La Caduta, atto undicesimo. Di Nimandeo Feral e Serena Prima
Data: 26/01/2023,
Categorie:
Erotici Racconti,
Racconti Erotici,
Etero
Lesbo
Autore: Rebis, Fonte: RaccontiMilu
... di inimicarmi i tuoi valorosi soldati.-, disse, -Soggiornerai questa notte come ospite. E se vorrai, potrai partire o restare, con o senza i tuoi uomini.-. Serena si soffermò a chiedersi a che gioco Nimandeo stesse giocando. -Quanta generosità…-, osservò con un sorriso. L’uomo non sorrise di rimando. -Non sto cercando di ingannarti. Se vuoi andartene sei più che libera di farlo. Ma personalmente, preferirei lo facessi domani, e così anche i tuoi uomini credo.-, disse. -Comprendo. Immagino non vi sia nulla che possa farti rivedere la tua posizione, vero?-, chiese. -Temo di no.-, disse Nimandeo. Serena annuì, dentro di sé ben conscia che quello era un vero stallo. Uno smacco bello e buono e un problema non da poco. Doveva riuscire a convincerlo a riprendere le ostilità contro Roma.
La giovane dagli occhi a mandorla l’aveva condotta sino a una stanza con una vasca. Serena aveva iniziato a spogliarsi, ma, con gesti gentili che non necessitavano di parole, l’altra l’aveva convinta a lasciarla fare. L’aveva spogliata con una delicatezza priva di qualunque sgradevolezza. Piano, come un’amante riverente, quasi con timidezza, sino a lasciarla nuda. Serena doveva ammettere che non si aspettava una simile leggiadria. E non era imbarazzata: si era denudata davanti a molti e il pudore era uno scudo occasionale, ma sapeva bene che la nudità poteva essere anche un’arma. Sicuramente, nello specifico era la dimostrazione che non era armata. Sheria accarezzò appena il suo tatuaggio, sul ...
... petto. Lo fece di proposito, curiosa. Serena rimase bloccata, improvvisamente turbata da quel contatto. Non che non le fosse piaciuto, ma le ricordò qualcosa. Il suo compito, la Stirpe. il suo ruolo, scolpito sulla carne prima ancora che nella mente. L’ancella le indicò la vasca. Lei annuì. Ci entrò, distendendovisi. Era colma di acqua calda e profumata. Le parve di vedere qualcosa gallggiare. Erbe? O altro? Chiuse appena gli occhi. Non riuscì a reprimere un sospiro di goduria: quanto era che non si concedeva un simile lusso? Sentì le mani della giovane sulle spalle. Per uno stupido istante temette un’attacco, e s’irrigidì. L’altra strinse le spalle con le mani, con fermezza ma senza l’intento di ferirla. Serena ci mise qualche istante a capire: era un massaggio. Si lasciò fare, cercando di rilassarsi. Il massaggio continuò lungo le spalle. La giovane usava ambo le mani e, complice l’acqua calda e l’abilità di Sheria, Serena sentì la tensione allentare la presa. Gli occhi le si chiusero ancora. Lentamente, la ragazza percepì un rilassamento sempre maggiore, si sentiva vezzeggiata, come se fosse stata fatta di argilla modellata sapientemente dalle mani di Sheria. L’ancella aveva abbandonato le spalle, ora dedicandosi al collo con perizia. Dopodiché prese una spugna. Serena fece per obiettare. Non si era mai fatta lavare da altri, ritenendolo un privilegio da indolenti e pigri. La giovane non volle sentire ragioni e prese a strofinarla. L’abilita di Sheria era notevole. Serena non ...