1. La Caduta, atto undicesimo. Di Nimandeo Feral e Serena Prima


    Data: 26/01/2023, Categorie: Erotici Racconti, Racconti Erotici, Etero Lesbo Autore: Rebis, Fonte: RaccontiMilu

    ... che indosso non sono orpelli. È la verità. Io volevo proprio solo questo. Essere libero.-, rispose Nimandeo senza perdere quella serenità. -Libero? Lo sei davvero? Sei schiavo della tua stessa libertà.-, disse Serena. Sorrise notando il cipiglio di Feral divenire interrogativo. -La tua libertà é dovuta solo e unicamente al disinteresse di Roma, ma se un nuovo Imperator dovesse sorgere, pensi forse che ti lascerà vivere? Io non lo credo. E so che hai anche attaccato spesso punti tenuti da altri generali. Tu sei già in guerra con Roma, che tu lo voglia o meno.-, spiegò la giovane. Nimandeo la guardò, improvvisamente pensoso. -Affascinante, Serena. Hai ragione. Purtroppo per obblighi e per provare il diritto al comando, ho dovuto attaccare forze che un tempo mi furono alleate. Ora, ciò che é fatto non può esser disfatto, ergo é inevitabile che la risposta di Roma giunga sotto forma di un nuovo attacco.-, si alzò, dirigendosi verso una balconata, -Vieni.-, disse. Serena lo seguì, circospetta ma curiosa. Si trovò a guardare l’isola. Città sorgevano, separate da boschi e montagne. Era, suo malgrado, bella, sebbene fossero insediamenti caotici, privi della tecnologia di Roma o dell’ordine tipico delle civitas romane. -È stupenda, nevvero?-, chiese Nimandeo. Serena annuì. -Queste città non le ho conquistate, non fu necessario. Accolsero il mio dominio e capii, una volta giuntovi, che non era necessario civilizzarle. De facto, facendolo le avrei rovinate.-, disse Nimandeo, -Vedi, la ...
    ... gente non era forse longeva come noialtri, o “civile” ma erano persone d’onore, e come tutti noi, cercavano di tirare avanti. Ti pare un crimine tanto orribile, voler vivere liberi, Serena?-, chiese. La giovane non seppe rispondere. Voltò le spalle alla città. Aveva caldo. Le vesti che portava erano adatte al clima della Ferencia e delle Insulae Britaniche, non al caldo di quella terra così diversa… -Vedi, c’erano predoni e nemici anche qui, ma io e le mie forze sapemmo come sistemare il problema. Spesso e volentieri i predoni erano solo dei poveracci il cui raccolto era andato male, o che non avevano cibo a sufficienza. Ma le loro armi, quelle erano affascinanti e non solo… Il loro cibo é peculiare. Mangiano carne, qualcosa che io non riesco ancora a capire, ma cucinano tutto in grosse pentole rotonde chiamate Wok. È da non credere quanto siano versatili…-, Nimandeo sorrise nuovamente, felice come un bambino. Serena sospirò. -Di nuovo ti chiedo, Nimandeo, pensi forse che Roma dimenticherà il tuo tradire?-, chiese. -No. Ma per ora sia Calus che Aristarda hanno altro a cui pensare. E ora…-, Nimandeo batté le mani due volte. Un’ancella dal taglio degli occhi a mandorla, capelli corvini avvolti in una treccia, avvolta in vesti colorate ma non eccessivamente aderenti si presentò davanti a loro, inchinandosi brevemente. -Sheria ti procurerà degli abiti consoni al clima. E un bagno, ovviamente.-, disse. -Ma… i miei uomini…-, iniziò Serena. -Loro saranno acquartierati. Non ho motivo ...
«12...456...9»