1. I dolorosi piaceri di Roberta e Marco / seguito


    Data: 23/01/2023, Categorie: Erotici Racconti, Cuckold Racconti Erotici, Autore: aldebrando1, Fonte: RaccontiMilu

    ... riuscito: alla fine si sarebbe smosciato e lei non avrebbe potuto ricevere il proprio piacere. Prese in mano la situazione: puntò gli occhi sgranati su quelli di lui e gli disse:
    
    “Ficcamelo dentro il culo stronzo… fammi urlare di dolore!”
    
    Come era scontato che fosse, ottenne il suo scopo: sentì la cappella di lui farsi, se possibile, ancora più dura ed un dolore lancinante le esplose nel fondoschiena, attraverso la pancia, su fin dentro il cervello. Capì che stava urlando di dolore quando si accorse che lui le aveva messo una mano sulla bocca, per impedire che i vicini di stanza si allarmassero e chiamassero la reception. Morse quella carne dura, sulla quale di certo lasciò il segno profondo dei propri denti. Era piantato dentro di lei adesso e rimase un po’ fermo; il dolore che lei sentiva – quello che ti provocherebbe un cuneo piantato dentro le ossa – piano piano divenne una sensazione più vaga, che la pervase facendola rilassare.
    
    Attese, con rassegnata trepidazione, il momento che lui, magari giradola di spalle, avrebbe preso a sbatterla con forza, rinnovando quel dolore sino a farlo diventare un comune piacere. Ma lui prese a scoparla piano, come se facessero l’amore, come se le stesse penetrando la fica. Intanto la baciava, intrecciava la propria lingua con quella di lei, le baciava il collo, mordicchiava i suoi capezzoli. Quello non era uno scopare tra animali…quello era fare l’amore, il culo di lei usato come un surrogato della sua ben più pregiata fessura. ...
    ... Ma a lui non bastava godere delle sensazioni che il proprio cazzo trasmetteva al suo cervello… voleva di più. Le prese una mano e se la portò alla bocca, fradiciandole l’indice ed il medio con la propria saliva. Lei capì cosa lui voleva e lo fece contento… in fondo lo desiderava anche lei.
    
    L’uomo faceva ondeggiare piano il corpo di lei affondandole con ritmica dolcezza il proprio membro negli intestini mentre continuava ad intrecciare la propria lingua con quella di lei ed a tormentarle i capezzoli con un sapiente giocare dei polpastrelli; lei intanto si roteava sul clitoride gonfio le proprie dita, adesso bagnate e scivolose non più per la saliva di lui ma dei propri copiosi umori, che ogni tanto andava a pescare affondando tra le grandi labbra generosamente allargata dalla voglia. L’immagine di suo marito che l’aspettava in camera, tormentato ma fiducioso che lei stesse a patti che invece stava violando (quelle dita sulla sua fica erano sue, certo, ma in qualche modo erano nient’altro che uno strattagemma per ovviare ad un divieto che lei stessa aveva accettato), aggiungeva una fitta di dolorosa colpa al piacere che si stava regalando con quel rapporto anale che non assomigliava a nessun altro provato in passato e che tanto sembrava un amplesso d’amore. Avrebbe dovuto dire “basta”… lo sapeva… ma non ce la fece: il piacere che la pervadeva, si trasformò in un dolce orgasmo che la fece vibrare, mentre le meccaniche contrazioni del proprio sfintire mandavano in delirio anche ...
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