1. Una donna oggetto terza parte.


    Data: 21/01/2023, Categorie: Etero Autore: Honeymark, Fonte: Annunci69

    ... Ma... cosa gli fai, un regalo?
    
    - No, lui mi fa scopare le sue donne e io ogni tanto io gli faccio sopare le mie.
    
    - Ma, cazzo, non sei geloso di me? Stiamo insieme da pochissimo!
    
    - Sì, sono geloso, ma non quando lo voglio io.
    
    - E se fossi gelosa io? – Protestò. – Intendi sempre montargli le sue donne anche se ti sei messo con me?
    
    - Solo quando mi concedi i punti 9 o 10...
    
    - Mi consideri come una schiava?
    
    - No, come una donna oggetto.
    
    - E se non volessi?
    
    - Certo, puoi sempre tirarti indietro. – La rassicurai. – Non ho mai fatto sesso contro la volontà della donna.
    
    - E per questo mi lasceresti?
    
    - Ma neanche per idea! – Sorrisi. – Sto bene con te anche con i soli primi 8 punti.
    
    Rimase pensierosa. Poi parlò.
    
    - Sei uno strano tipo... – Sussurrò. – Davvero non saresi geloso se un tuo amico mi montasse?
    
    - Te l’ho detto. Con l’amico cieco no.
    
    Pensò ancora.
    
    - Sarebbe strano... – Aggiunse d’improvviso. – Non ho mai scopato con due uomini.
    
    - Non deve piacerti, – precisai serafico. – Devi farlo solo perché piace a me.
    
    Sorrise.
    
    - Eh certo! – Esclamò fiera di sé. – Altrimenti che donna oggetto sarei?
    
    - E io posso continuare a montargli le donne che mi offre?
    
    - Solo quando ti aggiudichi i punti 9 e 10. In quei casi puoi fare quello che vuoi. Ma sempre d’accordo con me e insieme a me e in tutta riservatezza, quindi con riserva. È con me che hai il rapporto.
    
    - Afferrato. – Conclusi.
    
    L’indomani sera andammo dall’amico non ...
    ... vedente, Alberto, e del quale ho già scritto il racconto intitolato «Furia cieca» e pubblicato in due parti.
    
    Suonai alla porta e venne ad aprirci. Mi salutò e andò a sedersi alla sua poltrona guidandosi con le mani sulle pareti. Lo seguimmo e ci sedemmo. La mia amica era terrea.
    
    - Hai portato l’amica che dicevi? – Mi domandò, indicandola come se la vedesse.
    
    - Sì, – risposi.
    
    - Come si chiama?
    
    - Viviana, – mentii. Non era il suo vero nome.
    
    - È bella?
    
    - Fantastica, – dissi, senza mentire. – Viviana, per favore, vuoi andare da Alberto, così ti accarezza per «vedere» come sei fatta?
    
    La mia amica si alzò titubante, ma si portò a lui.
    
    - Non indossa le mutandine, – precisai ad Alberto. – Accarezzala pure sotto le gonne.
    
    Lui, stando seduto, mise le mani dietro le cosce di lei che stava in piedi e risalì fino a raggiungere il culo. La palpò come se volesse sentirne la consistenza e «Viviana» lo assecondò. Bene, stava superando l’impasse iniziale.
    
    - Togliti il vestito, – le disse Alberto. – E tu Matteo vieni a palparla con me.
    
    Stando seduto nella poltroncina di fronte all’amico, portai le mani al culo della donna che chiamavo Viviana, che nel frattempo si era sfilata il vestito. Le nostre quattro mani la frugarono nell’intimità avidamente e indiscretamente, con lei che aveva allargato un po’ le gambe per agevolarci.
    
    - È un capolavoro. – Ammise Alberto.
    
    Quando portai le dita al buco del culo, Alberto appoggiò una mano davanti e le prese la figa.
    
    - ...
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