Omaggio a zio Renato - Sesta e ultima parte - Fine di un sogno
Data: 17/01/2023,
Categorie:
Dominazione / BDSM
Autore: reginella24, Fonte: EroticiRacconti
... per la cripta. Felipe mi guardava: “E’ finita” disse. “Perché lo hai fatto? Perché mi hai aiutato?” chiesi.
“Perché sono stanco tesoro… ora spero di avere un po’ di pace. Probabilmente torneranno. Ma dovranno ricostruire tutta la ragnatela del male. Esci da questo luogo maledetto. Vai via! Non tornare mai più. Prima di andare, dai fuoco a questo luogo. Il fuoco purifica. Portati via i tesori della casa. Nella stanza di Antonino troverai denaro e gioielli. Sono tuoi. Addio Reginella: sei un gran pezzo di fica! Il montarti è stato per me a cosa più bella nelle mie innumerevoli vite…. “. “E tu che farai Felipe?” chiesi.
“Io resterò qui”. Velocemente, si avvicinò alla mannaia e, infilato il capo sotto la lama, tirò la leva che la azionava. La testa rotolò nel cesto. Come gli altri, anche i suoi resti si dissolsero.
Tornai in camera. La casa era deserta ora. Riuscii a dormire. Mi svegliai di buon mattino e feci un’abbondante colazione. Andai nella stanza di Antonino. Le sue ricchezze erano custodite in un armadio blindato. Era aperto. Riempii una valigia con gioielli, denaro contante e un paio di chili di coca. Una fortuna. Ero sistemata per tutta la vita. Ne riempii un’altra con dei contenitori etichettati con strane formule chimiche. Probabilmente era la “medicina” portentosa usata da Antonino e Felipe per garantire le loro fantastiche inculate da stalloni. Sarebbe stato il mio souvenir dalla Calabria per quel bastardo di Renato… La mia attenzione fu poi attirata dal ...
... piccolo dipinto d’epoca seminascosto nell’ombra su una parete laterale della stanza. Raffigurava Robespierre e Danton. I due rivoluzionari mi guardavano. I loro visi erano quelli di Antonino e Felipe… Cristo! E chissà chi ero stata io….
Portai fuori i bagagli. Nessuno. Due collari borchiati stavano sopra due mucchietti di sabbia. Anche i cani non erano più un problema. Andai nella rimessa. Riuscii, in un’ora, a trasportare e versare per tutte le stanze del maniero una ventina di latte di benzina. Seguendo il consiglio di Felipe, appiccai il fuoco. Mentre mi allontanavo a bordo di un’auto di grossa cilindrata, ammiravo la mia opera nello specchietto retrovisore.
Feci visita a Renato un mese dopo il mio ritorno. Probabilmente mi dava per morta. Nel frattempo, avevo acquistato un appartamento signorile fuori città. Vestivo sempre da donna (anche perché sembravo totalmente donna). Dei buoni investimenti mi avrebbero garantito una vita tranquilla e agiata.
Maschi ne avevo in abbondanza. Praticamente passavo le giornate a prenderlo in culo e a mangiare sborra. Sperimentavo, sugli stalloni che frequentavo, la miracolosa medicina di Antonino. Naturalmente a loro insaputa. Essi erano convinti che fosse per merito del mio corpo fantastico se il loro cazzo, improvvisamente, raggiungeva dimensioni ragguardevoli mai avute prima. Contenti loro…
Quando suonai alla porta di Renato, me lo trovai di fronte sorridente.
“Ciao figlio di puttana!” dissi. “Ciao troia!” rispose. “Sei ...