Omaggio a zio Renato - Sesta e ultima parte - Fine di un sogno
Data: 17/01/2023,
Categorie:
Dominazione / BDSM
Autore: reginella24, Fonte: EroticiRacconti
... Guai a voi se vi ribellerete al nostro DIO!”. E avvicinatosi al catafalco, tolse il drappo insanguinato che ricopriva la testa mozzata dell’Autista. Infilzata su una picca, con espressione triste, sembrava mi guardasse.
Non provai orrore. Solo pena.
“Reginella! Sapevamo cosa ti aveva consegnato il traditore! Lo abbiamo sempre saputo! Ora, ti diamo atto di una cosa: non hai tentato di fuggire, sei rimasta e te ne siamo grati! Azazèl te ne è grato! La tua fine farà iniziare una nuova era del male! L’era che era stata interrotta secoli fa!”.
Una lugubre litanìa usciva dalle bocche dei demoni. Un canto triste e malvagio che li riportava al comando del mondo. Tagliarono i legacci che mi serravano i polsi. Come un automa mi diressi verso l’enorme Graal.
Mentre ingurgitavo assetata la calda sborra, lamenti, bestemmie e urla sataniche riempivano la cripta.
Mi furono tutti attorno. Bocche fameliche mi leccavano e mordevano. Mi ritrovai sommersa da un intrico di corpi. A turno mi possedevano ferocemente. Mi ritrovai due cazzi contemporaneamente in culo; mi ritrovai quattro cazzi da succhiare con foga. Le infermiere leccavano il mio corpo da cima a fondo sditalinandosi a vicenda. Tutti ridevano e urlavano proferendo bestemmie di una volgarità inaudita. Mi ritrovai sommersa di sborra calda. Sborra in culo, sborra sul viso, sborra su tutto il corpo. Le due donne ne mangiavano a sazietà. Io non riuscivo più a vedere. Lo strato di sperma sui miei occhi, era troppo denso. Le ...
... due lingue femminili mi ripulirono completamente, versando dalle loro bocche nella mia, il prezioso e viscoso liquido.
Antonino sollevò la mannaia. Un cesto in vimini, sotto di essa, avrebbe accolto la mia testa.
“Ora, portiamo a termine il rito!” urlò Antonino. “Reginella! Apri lo stipo accanto al grande altare e prendi l’Idolo! L’idolo che la nostra confraternita conserva gelosamente, a riparo degli impuri, da quasi 4000 anni!”.
Come una condannata nel braccio della morte, mi avviai verso il maligno nascosto. Se non altro, l’ultimo pasto prima dell’esecuzione era stato di mio gradimento: svariati etti di sborra calda.
Aprii l’anta. L’idolo raffigurante Azazèl mi guardava. Mi guardava pure la mitraglietta UZI dotata di caricatore da 50 colpi posta alla base del demone. Grazie Felipe! Non pensai. Imbracciata l’arma, cominciai a sparare.
I corpi cadevano davanti a me. Chi cercava di fermarmi cadeva. Chi cercava di guadagnare l’uscita, cadeva. Raffiche brevi. Non potevo restare senza munizioni. Tutto durò un minuto. Forse meno. Gli unici due in piedi erano ora Don Antonino e Felipe. “Maledetta!” urlò il mio Signore e Padrone. “Che tu sia maledetta per l’eternità!”. Tornai allo stipo. Buttai a terra l’idolo che andò in mille pezzi. “Nooooo!” urlò Antonino. Una smorfia di soddisfazione era presente invece sul viso del messicano. Accadde velocemente: tutti i corpi, eccetto quello di Felipe, si dissolsero. Sabbia. Divennero sabbia. Una sorta di brezza calda vorticava ...