1. Nila la collega


    Data: 30/12/2022, Categorie: Etero Autore: leonardodavinci1989, Fonte: Annunci69

    ... teso (in tutti i sensi) e mediavo tra il mio cervello che dirigeva il gioco e il mio grosso cazzo che mi spingeva gli occhi e le mani sulle sue bonta'. Fu in quel momento che mi accorsi che si era vestita come il primo giorno che la vidi: una camicetta che copre, ma non nasconde le sue tettone; un pezzo di stoffa nera che non oserei chiamare gonna, per la sua indecente lunghezza; e un paio ti tacchi che definirei ILLEGALI. Le sue gambe perfette, fasciate da velate calze nere confluivano in delle meravigliose decollete nere che celavano quei meravigliosi (sicuramente perche' non li avevo mai visti..........) si stavo proprio sfociando nel feticismo, ma questo e' quello che accadde. Fortunatamente arrivammo.
    
    Inebriato di sesso, mi ritrovai seduto insieme a Nila, in quel bellissimo ristorante. Musica leggera, voci pacate e rintocchi di posate d'argento facevano da colonna sonora a quella profumata serata. Il tavolo era rotondo, chiamai il cameriere per ordinare una bottiglia di champagne, Nila se lo meritava ed io avevo bisogno di tirarmi un po' su. Brindammo guardandoci negli occhi e il primo contatto fu tra le nostre dita: lento e prolungato sfioramento delle calde mani che facevano da contrasto col il bicchiere ghiacciato. Eravamo sconosciuti ed al primo "appuntamento" dunque ci raccontammo delle nostre vite, ma con la freddezza con cui ci si confida a persone estranee. Tuttavia, la storia della mia vita intrigava Nila che ammiccava e ascoltava interessata avendo intuito ...
    ... che si trovasse davanti ad un ragazzaccio in abiti civili.
    
    Pagai il conto io, con la promessa di rivederci e farmi offrire da Nila una seconda cena, e uscimmo a prendere un taxi. Una volta usciti dal ristorante si era creata una certa confidenza tra me e Nila, tanto che con molta piu' nonchalance di quanto mi avrebbe gia' permesso la mia faccia tosta, le chiesi, anzi dissi: "andiamo a casa mia, ti faccio vedere che giardino che ho terrazza". Lei ripose: "ma volentieri, pero' giusto il tempo di fumarci una sigaretta in terrazza, poi devo tornare a casa".
    
    Entrammo nel palazzo, il silenzio dell'entrata era piacevolmente interrotto dal rintocco sensuale dei tacchi di Nila: ero inebriato che non mi accorsi neanche che in un attimo eravamo gia' dentro il mio attico.
    
    "Ecco Nila, accomodati, e fai veramente come se fosse casa tua" - dissi io.
    
    Lei mi ringrazio' e comincio' a guardare con stupore e sorpresa quella che era la mia dimora.
    
    "Nila se devi andare via tra poco intanto ti preparo un caffe' se vuoi".
    
    "Magari grazie, ristretto" - rispose Nila.
    
    Le indicai la strada per la terrazza e mi diressi a preparare i caffe'.
    
    Tornai in terrazza e la trovai seduta sul divanetto scalza e con le lunghe gambe poggiate sul tavolino: mi sembrava essere in un film!
    
    "Ti ho aspettato per la sigaretta" - mi disse - poi, mentre poggiavo le tazzine sul tavolino, si scuso' per averci messo i piedi su e mi disse che non ne poteva piu' dei tacchi.
    
    Io le ribadii che doveva fare ...
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