1. Omaggio a zio Renato - Quinta parte - Messico e Diavoli.


    Data: 31/01/2018, Categorie: Dominazione / BDSM Autore: reginella24, Fonte: EroticiRacconti

    ... perfetti. Mi arretrò dolcemente, e infilò l’enorme cappella dentro di me. Spinse subito. In piedi, sostenendomi con una sola mano, iniziò a possedermi. L’imponente cazzo iniziò la monta. Distinguevo benissimo quel randello di 30 centimetri entrare e uscire dal mio buco del culo. Il dolore mi esaltava. Iniziammo un lungo bacio sensuale. I suoi denti lacerarono il mio labbro inferiore e si nutrì del mio sangue.
    
    Gemevo. Urlavo. La femmina perfetta inculata dallo stallone perfetto. Il ritmo aumentò. Ma, nel momento in cui mi aspettavo un torrente di sborra calda nel mio culo, se ne uscì. Mi posizionò ginocchioni sul grande letto e, in piedi sopra di me, fece scivolare l’attrezzo con violenza. La velocità della monta era assurda. Per almeno un quarto d’ora fu velocissimo. Mi colpiva i fianchi con forti pugni, e le natiche con violentissime manate. Mi mancava il respiro. Sborrai, annaffiando con copiosa panna il magnifico letto.
    
    Con uno scatto improvviso uscì. La posizione 69 ci fece nutrire uno dell’altra. Io ero sotto. Mi stava scopando in bocca. Il suo basso e orrido lamento diventò l’urlo feroce di una bestia quando venne.
    
    La quantità di sperma che mi ritrovai in gola, mi fece quasi soffocare. Ingoiai ripetutamente. Leccai, apprezzai il sapore selvatico di quel sommo liquido. In grossi fiocchi bianchi, la sborra non accennava a smettere di uscire dalla gigantesca cappella. Egli, nel frattempo mi divorava il buco del culo.
    
    Urlò nuovamente. L’ultimo schizzo non mi ...
    ... colse impreparata. Mangiai golosamente e gioiosamente.
    
    Sarei stata in grado di bere cinque litri di quello sperma paradisiaco. Ultimai il pasto raccogliendo dal mio collo, dalle mie guance e dagli occhi sborra densa e appiccicosa. Succhiai le dita vogliosa.
    
    Egli fece lo stesso. Raccolse la sborra dal mio cazzo e portò il palmo della mano alla bocca carnosa divorandola. “Si vede che hai già fatto il rito di purificazione Reginella! Ora Azazèl è dentro di te! “ . Aveva ragione. Non ero più la stessa. Qualcosa, nel mio profondo, mi trasmetteva perennemente il bestiale desiderio di godere con i cazzi di tutta l’umanità. “Voglio che tu venga con me a Tijuana tesoro! Sarai la mia Regina! Dovrò convincere Antonino. Quando saremo là, la miglior clinica estetica del Paese ti darà il miglior paio di tette dell’universo. Ti manca solo quello. Per il resto, io non ho mai visto un corpo perfetto come il tuo. Sei da inculare 24 ore al giorno!”. Provai tristezza. Non potevo rinunciare ad Antonino; però, d’altro canto, lo stallone nero che mi stava parlando, sicuramente mi avrebbe convinto.
    
    Tornai nella mia stanza. Il saluto di Felipe fu un lungo bacio appassionato e cannibale. Mi doleva un po’ il labbro inferiore. La ferita perdeva ancora sangue.
    
    Sul letto della mia camera, un nuovo corredo da indossare per mezzanotte. Sul tavolo, pietanze ricercate. Mangiai ancora, bevvi molto, e tirai tre righe.
    
    Il bagno fu ristoratore. Deliziai il mio corpo con una quantità esagerata di creme ...
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