1. Omaggio a zio Renato - Quinta parte - Messico e Diavoli.


    Data: 31/01/2018, Categorie: Dominazione / BDSM Autore: reginella24, Fonte: EroticiRacconti

    ... Sborra calda e accattivante. Viste le dimensioni del calice, almeno 15 maschi dovevano aver dato la loro meravigliosa offerta.
    
    Avevo fame. Fame di sperma. Senza indugio, dal calice che si piegava verso la mia bocca vogliosa, cominciai a bere. Avrei voluto trattenere il fiabesco liquido in bocca per assaporarne la densa consistenza e il gusto acre e salato, ma il calice mi costringeva a un veloce ingoio. Vuotai quindi la malefica coppa ripassandomi la lingua all’interno del cavo orale per apprezzare gli ultimi fiocchi di tale prelibatezza. Gli astanti urlavano ancora più forte: “Azazèl! Azazèl! Azazèl!”. Le frustate ricominciarono più forti. Ora, oltre ai due magnifici stalloni, venivo duramente colpita anche dalle due ragazze. Anch’esse impugnavano ora corti scudisci.
    
    Tutto il mio corpo era martoriato dal violento flagellare. La schiena, il culo, le gambe, petto e braccia. Anche il collo non ne era risparmiato. Spesso, un sottile cordino di una frusta si insinuava tra le mie natiche spalancate. Il dolore provato dal mio buco del culo mi eccitava sempre di più.
    
    Si fermarono solo quando il mio corpo era completamente ricoperto di sangue. Non sentivo sofferenza o angoscia. Anzi, il supplizio (complici probabilmente le stupefacenti esalazioni dei ceri) mi aveva trasformata in un qualcosa di coraggioso e determinato. In una ineccepibile vacca da monta. Mi chiedevo quando sarei stata posseduta. Impazzivo dalla brama, anzi dal bisogno di essere contesa dai miei due ...
    ... Signori e Padroni.
    
    Azazèl ascoltò la mia supplica. I due maschi e le due femmine cominciarono a ripulirmi. Le loro lingue, piatte e insistenti, lottavano per sottrarsi a vicenda il caldo e rosso sangue. Bellissimi vampiri mi purificavano. Più ne bevevano e più diventavano forti. La mia anima era fuori dal mio corpo. Ormai mi lasciavo scivolare, sostenuta solo dalle rozze catene. Ma non mi era permesso. Felipe, messa una mano esattamente tra il mio buco del culo e i coglioni che mi sentivo esplodere, mi sollevò. Le mie cosce sulle sue possenti spalle, si aprirono. Mordeva e leccava. Le sue urla ferine mi galvanizzavano. In quella notte perfida avrebbero anche potuto uccidermi. Non mi sarebbe importato. Non avrei mai più potuto, nella mia sordida vita, provare maggior delizia.
    
    Aprii gli occhi. Gli altri tre Demoni urlavano incolleriti: “Anche noi! Anche noi!”. I loro occhi giallo ocra e le pupille a capocchia di spillo, mi guardavano affamati.
    
    Mi sciolsero dalle catene. Mi trovai coperta dai corpi. In preda a violente convulsioni, le due giovani donne ripassavano la loro turgida lingua nell’interno delle mie cosce, me le ritrovavo poi in bocca e subito dopo a cibarsi del mio buco del culo. Antonino, di prepotenza, mi si mise dietro. Un essere umano non può fottere così rapidamente. Accoglievo il cazzo bestemmiando. L’uccello di Felipe mi finì in bocca. Le due donne, una coricata sotto il messicano a lambirgli lo scroto e l’altra a divorare i pieni coglioni di Antonino, ...