Linda la nerd – Capitolo 16
Data: 13/11/2022,
Categorie:
Dominazione / BDSM
Racconti Erotici,
Tradimenti
Autore: I racconti di William, Fonte: RaccontiMilu
... finirci con Alessio anche solo una volta. – Cosa cazzo stai dicendo? – scattò lui, la faccia ridotta ad una maschera di rabbia. – Che non vuoi farti scopare, puttana? Ma lo sai chi sono io? – Un coglione, ecco cosa sei! – esplose lei, iraconda, ma subito se ne pentì. – No, Alessio, voglio dire… Ma Alessio era impazzito, furente probabilmente perché, per la prima volta, una ragazza si rifiutava di fare sesso con lui. Afferrò Linda per le spalle e la scagliò sul letto. La ragazza urlò per la sorpresa, ma quando si accorse che lui le stava salendo sopra le gambe iniziò a strillare, terrorizzata come mai nella sua vita. Era talmente spaventata che solo dopo qualche istante si accorse cosa lui volesse farle: le aveva messo una mano su un seno e con l’altra le aveva sbottonato i jeans, abbassandoglieli con le mutandine. Sentiva la sua figa essere sfiorata dall’aria della stanza e vedeva il cazzo di Alessio a pochi centimetri dal suo inguine. Non ebbe nemmeno il tempo di pensare che, fino a pochi minuti prima, voleva che si unissero per stipulare una sorta di contratto di assistenza e protezione, ma in quel momento non avrebbe voluto nemmeno vedere in foto quel membro che stava per cacciarsi in bocca. – No, Alessio! – gridò a squarciagola, iniziando a piangere. – Ti prego, non lo fare. – Taci, stupida troia! – rispose lui, lasciando il seno e stringendole la gola. – Non permetterti di non voler scopare con me! Tu sei mia! Linda sentì mancarle il fiato mentre quelle dita le ...
... bloccavano la respirazione. Oltre il braccio di Alessio, lo vedeva afferrarsi il cazzo e prepararsi a fotterla. Strinse gli occhi, impazzendo dalla paura. Mosse la mano sinistra per fare qualcosa alla faccia del bastardo, spingerlo, graffiarlo, cavargli gli occhi, allungando istintivamente il braccio destro come se non si trovasse su un letto, sotto un ragazzo che voleva violentarla, ma dovesse mantenere l’equilibrio. E qualcosa le sue dita toccarono. Non le importò cosa fosse, bastava che possedesse una massa e che, accelerata, sviluppasse una forza. Un mattone sarebbe stato meglio, anche un sasso, ma quell’oggetto di plastica fu tutto ciò che ebbe la possibilità di afferrare e dovette accontentarsi. Questa volta fu il braccio sinistro a muoversi per permettere a quello destro di compiere un arco di centoventi gradi, un oggetto bianco che si mosse nella stanza come un bolide nel cielo, che partì dal comodino per schiantarsi sullo zigomo sinistro ed il naso di Alessio. Il rumore che produsse all’impatto fu forse il suono più soddisfacente che Linda avesse sentito nella sua vita, il misto tra un pugno e qualcosa di molle che si fratturava. Gli occhi del ragazzo si sgranarono un istante dopo, mentre le sue mani abbandonavano di colpo cazzo e collo e si precipitavano sulla sua faccia, nascondendo il sangue che cominciava a sgorgare dalle narici. Iniziò ad urlare piangendo, quasi più terrorizzato di quanto lo fosse stato un istante prima Linda. – Ah! Stronza! Mi hai rotto il naso! Mi hai ...