La garconnière 1
Data: 23/10/2022,
Categorie:
Etero
Autore: geniodirazza, Fonte: Annunci69
... quella di Mario che si impegnava a produrre ricchezza ma poi la metteva a completa disposizione mia e di nostra figlia; la particolarità della situazione mi aiutò a dimenticare i miei rimorsi.
Il momento peggiore lo vissi quando lui mi prese per la nuca e mi costrinse ad abbassarmi fino a toccare con le labbra il suo fallo; l’avevo fatto, qualche volta, ma a malincuore; con Giorgio, invece, sentivo il piacere montarmi dall’utero e espandersi per il corpo, mentre lui, capito che ero quasi vergine, mi dirozzava guidandomi passo passo nella fellazione; scoprii così il piacere di sentire in bocca la consistenza serica della cappella e, tra lingua e palato, la possanza della verga.
Spinse più volte, violentemente, fino in gola, fino a soffocarmi; non mi ribellai, perché mi vergognavo, da un lato, e perché scoprivo un piacere nuovo, dall’altro lato; era lui a portare avanti la fellazione, ma ero io ad impossessarmi delle emozioni e a praticarle subito con grande efficacia; lo feci fremere di piacere più volte; mi dovette imporre lo stop per non eiaculare e mi insegnò a stringere i testicoli per frenare orgasmi troppo rapidi.
Mi sorpresi a chiedermi perché non avevo consentito a mio marito di usare le stesse pratiche amatorie; ma ero nell’occhio del ciclone della contestazione al maschio prepotente e mi rifugiai nella falsa certezza che era stato lui troppo debole, facendo finta di dimenticare i capricci che avevo fatto quando aveva cercato di convincermi a fare sesso ...
... alternativo; il punto più basso della mia miseria morale lo raggiunsi quando lui urlando come bestia ferita, mi scaricò in gola l’orgasmo.
Sapevo che avevo raggiunto il punto massimo dell’aberrazione; ma, per fortuna, la scena non aveva spettatori e avrei potuto, se ricucivamo, fingere di scoprire con lui quelle cose che l’amante occasionale mi stava insegnando; era decisamente meschino, specioso e volgare; ma ancora una volta mi nascosi dietro la certezza che era stata una sua debolezza, non una mia perversione, a spingermi in braccio all’amico.
Mentre mi riprendevo lentamente dall’emozione di quella esperienza, lui venne preso ancora dal raptus del sesso; mi fece porre carponi sul letto, venne dietro di me e prese a leccare con devozione tutto l’apparato, dal monte di venere al coccige; più volte si fermò sull’ano e spinse dentro la lingua; mi sentii pervasa da un piacere diverso e mi resi conto che mi ero privata di un godimento straordinario; le mie fisime sulla igienicità della lingua nell’ano erano andate a farsi friggere.
Capì che ero vergine; me lo chiese; gli dissi candidamente di sì; mi avvertì che se ci fossimo rivisti avrebbe preparato la cosa, che richiedeva una certa cura, e si sarebbe preso quella mia verginità; mi sentii quasi amata, con quella promessa; per il momento, essendo passato il termine giusto per non far pesare il ritardo, mi proponeva un ultimo assalto; le corna a Mario potevano essere un ottimo collante tra di noi, che ci incontravamo ...