1. Una moglie per bene nell’abisso della completa sottomissione (5)


    Data: 23/09/2022, Categorie: Prime Esperienze Autore: sesamoandmia, Fonte: Annunci69

    ... il più possibile, o, al massimo, vestita da puttana.
    
    Presi dalle mani del commesso quei due capi che avevano più la funzione di scoprire che di coprire. Erano praticamente due pezzi di stoffa che era impossibile poterli definire indumenti. Avevano lo stesso colore, sì, ma si trattava di un reggiseno a balconcino molto ridotto che sollevava leggermente il seno lasciando però scoperti i capezzoli. La mutandina invece era un piccolo triangolino quasi trasparente che non riusciva a contenere la mia intimità lasciando anche fuoruscire un po’ di peli dai lati. Il resto era un sottile filo quasi invisibile che si infilava tra le natiche e girava attorno alla vita con lo scopo di tenere quel triangolino al suo posto. In pratica sarei stata nuda.
    
    Iniziai a indossarli mentre il commesso, senza alcuna vergogna, aprì i pantaloni e ne trasse fuori il sesso iniziando a menarlo con frenesia. Restai per un momento stupita anche se qualcosa di simile avevo immaginato. Al suo “continua a vestirti” ripresi lentamente a indossare quei due minuscoli capi.
    
    Mi guardai allo specchio mentre il commesso continuava a masturbarsi e, come mi era già capitato nell’albergo, non mi riconobbi. Era impossibile che quella che guardavo fossi io, una donna che non era più una signora, ma una puttana, una femmina praticamente nuda, anche se la parola “praticamente” avrei potuta anche non considerarla. Era una scena paradossale, inimmaginabile, assurda, incredibile: la seria professoressa ...
    ... quasi nuda davanti a un ragazzo che si masturbava. Eppure … eppure sentii che il mio corpo rispondeva eccitandosi.
    
    All’improvviso il commesso mi disse quasi ansimando: “Inginocchiati, presto, prendilo in bocca, fammi vedere come succhi.”
    
    Senza farmelo ripetere, mi inginocchiai e avvicinai il viso al suo sesso e lo imboccai immediatamente. Ormai in pochi giorni la mia bocca era diventata disponibile a quella pratica che avevo sempre rifiutato a Rodolfo prima del nostro arrivo a Parigi, una pratica che, alla fine, la considerai anche molto piacevole. La sua mano sulla mia nuca modulava i miei movimenti. Avevo la bocca piena di quel nuovo sesso che rapidamente si svuotò nella mia gola. Quando mi scostai, un ultimo schizzo mi colpì sulla fronte.
    
    “Sei stata brava – mi disse il commesso mentre mi alzavo fermandomi quando provai a pulirmi – ti pulirai fuori, questo è quello che vuole il signor Gaston.”
    
    Uscendo aprì la tenda completamente lasciando che chiunque potesse vedermi. Mi girai di spalle per la vergogna cercando di afferrare la tenda, ma non ci riuscii.
    
    “Che fai – disse Gaston avvicinandosi – lascia che ti guardino, vieni fuori e non preoccuparti. Chi frequenta questo negozio ha visto ben altro. Inoltre il tuo corpo merita di essere osservato.”
    
    Nell’uscire cercai con lo sguardo mio marito che era a qualche metro di distanza e che mi guardava con uno sguardo sbalordito e sconcertato.
    
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