Una moglie per bene nell’abisso della completa sottomissione (5)
Data: 23/09/2022,
Categorie:
Prime Esperienze
Autore: sesamoandmia, Fonte: Annunci69
... scorrere la zip dell’abito di mia moglie verso il basso. Non sentii quello che le stava dicendo, ma lo vidi allontanarsi da lei. Solo pochi secondi e vidi l’abito di Mia scivolare ai suoi piedi.
Ora era nuda fuori del camerino, raccolse il vestito da terra e lo consegnò a Gaston prima di superare la tenda che la proteggeva dagli sguardi di tutti.
MIA
Mentre mi teneva abbracciata, sentii le sue mani scivolare dal viso alle spalle e subito dietro la schiena prendendo la zip della cerniera abbassandola del tutto.
“Ora tocca al vestito – disse mentre mi spingeva verso il camerino – entra e aspetta il commesso che ti porterà qualcosa di meglio.”
Stavo per entrare nel camerino di prova quando mi fermò dicendomi di dargli l’abito che indossavo.
Lo guardai smarrita, guardai attorno a me, il commesso, mio marito, ma nessun altro pareva facesse caso a quella scena che si stava svolgendo in quel locale.
Con uno sguardo supplichevole cercai di distogliere Gaston dall’intenzione di farmi spogliare davanti a tutti, ma lui fece scivolare interamente la cerniera verso il basso e con un gesto della mano, mi incitò a consegnarglielo.
Oramai il mio pudore era quasi interamente scomparso, quel mio scuotere il capo era forse l’ultimo atto di quello che non esisteva più. Sfilai il vestito facendolo cadere ai miei piedi, mi chinai per raccoglierlo e glielo consegnai. Poi entrai completamente nuda nel camerino, chiusi la tenda e attesi.
RODOLFO
Ormai senza ribellarsi ...
... la vidi entrare nel camerino nuda e tirare la tenda.
“Quest’abito non le serve più” e lo gettò dietro al banco da dove il commesso ricomparve tenendo tra le mani un completino di intimo rosso che mostrò a Gaston. Un perizoma che di fatto era composto da un solo triangolino di tessuto tenuto insieme da dei laccetti. L’altro pezzo un reggiseno carioca altrettanto ridotto. Gaston annuì “può andare… non può certo restare nuda sulla porta a quest’ora. Sai cosa devi fare.”
Se sino alla mattina, quando avevo raggiunto Mia, ero certo che avrei potuto prendere in mano la situazione in qualunque momento, ora mi era chiaro in quale tunnel senza ritorno ci stavamo gettando e le conseguenze di tutta quella storia. Via via che mettevo a fuoco tutto, mi sembrava di vivere un sogno erotico eccitante che al mattino avrei potuto cancellare, purtroppo però era tutto vero. Un conto lasciarsi trascinare volontariamente in un gioco che, per quanto perverso, avremmo potuto interrompere, ma ora Gaston si stava spingendo oltre ogni limite. All'idea rabbrividivo e nello stesso tempo provavo un'eccitazione perversa: mia moglie sarebbe diventata una schiava sessuale a cui Gaston avrebbe anche potuto chiedere qualunque cosa, persino di continuare a comportarsi come una puttana e del resto, lo aveva già fatto senza che né io né lei avessimo cercato di fermarlo. E alla fine avevo persino offerto mia moglie alle sue voglie senza che lei protestasse. C’era poi il fantasma di Cosimo, il nostro vicino di ...