Tarli 2 - Racconti Erotici

Tarli 2

... favore al ‘rosso’ poi paghi caro e amaro … “

“Figlio mio, lascia stare la deformazione professionale; a la guerre comme a la guerre; se c’è da mostrare i muscoli, le altre valutazioni le facciamo dopo; il rosso è l’unico che può metterli sull’attenti.”

“Nicki, mi spieghi per favore che sta facendo nostro padre?”

“Forse è impazzito pure lui. Ha già valutato che il massimo della pena deriva dalla foto in cui ne ha cinque addosso, qualcosa che solo una prostituta di vecchia esperienza può permettersi; ha telefonato a giornali ed agenzie per non fare pubblicare quella foto; si può sempre dire, in tribunale, che era un’invenzione dei giornalisti; per obbligare a far accettare la cosa, ha dovuto minacciare che, chi non si dichiara disposto, farà i conti con il più pericoloso malvivente del territorio, il rosso per l’appunto.

Però, in questo modo, chiede un favore a un malavitoso e questi, prima o poi, gli chiederà di ricambiarlo con qualcosa di illecito; questo pazzo di nostro padre, per alleviare le conseguenze delle colpe di una troia, si sta giocando anni di limpidezza e di onestà; per motivi opposti, li odio e li amo tutti e due; lei è colpevole ma è mamma nonostante tutto e non riesco a distinguere l’odio dall’amore.

Come figlio, io non so se avrei avuto la forza di fare una scelta così pericolosa come quella di nostro padre; lui, umiliato e offeso, si comporta come l’unico amante vero e imperturbabile; lo ha fatto; anche se sa che lei continuerà a sputargli ...

... in faccia! Ti ripeto che non so distinguere se li odio per la stupidità o li adoro per l’amore che mi insegnano; come abbiamo fatto a nascere e crescere normali, nati da due pazzi così?”

“Forse perché, quando siete nati, la follia era nascosta; io non ero stata ancora travolta dalla mania di grandezza che mi ha ucciso ed Ermanno ancora non si era incattivito nel suo legittimismo, che gli ha impedito di prendermi a calci la sera che ho fatto un’imbecillità ancora perdonabile; intestardirci su tesi contrapposte ci ha portati a massacrarci; ora devo scavare a mani nude nelle macerie per raccogliere, se c’è, qualche briciola del vostro amore, almeno, perché il suo cuore è altrove.”

Proprio con Elena stava parlando Ermanno; fece segno a Nicola e lui chiese il vivavoce; capì che suo padre chiedeva alla sua donna di alleggerire la posizione di Ofelia, perché era fantasiosa la vicenda del rapporto con cinque insieme; se lei premeva sugli ispettori, sua moglie poteva essere trasferita in un Istituto superiore in una città, anche lontana, ma non in un paesetto; poteva quindi mantenere i rapporti coi figli e costruirsi una realtà nuova.

La donna gli chiese se si sentiva sicuro di non volere che rimanesse a portata del suo desiderio; lui osservò che, uscita lei da casa, avrebbe chiesto e avuto la separazione legale; potevano vivere insieme, da lei o da lui; lo faceva anche per i figli che non voleva allontanare dalla madre; Elena alla fine confessò che poteva essere lui a far ...