Tarli 2
Data: 08/08/2022,
Categorie:
Etero
Autore: geniodirazza, Fonte: Annunci69
... riconobbe, oltre a lei naturalmente, alcune impiegate e funzionari delle aziende dell’area.
Dopo un serrato interrogatorio, in cui fu costretta ad ammettere e a raccontare cose di cui inorridiva lei stessa mentre parlava, fu affidata a suo marito per gli arresti domiciliari, in attesa di processo; uscita nella sala di attesa, trovò Elena che avvisò i cinque professori che sarebbe scattato il procedimento disciplinare con rito immediato; era facilmente prevedibile, per lo scandalo provocato contro la moralità della Scuola, il trasferimento d’ufficio a sede prefissata per un periodo da determinare.
Si avviò a casa, stringendosi nella coperta, senza che nessuno dei suoi familiari accennasse ad una sola parola; in silenzio tombale, entrarono; Ermanno le indicò il bagno per liberarsi delle scorie da stravizi; indossò un accappatoio e si nascose nella camera degli ospiti; finalmente riuscì a piangere sulla sua ‘sfortuna’; si avvertiva nell’aria il rancore sordo, forse l’odio, che la circondava; ancora si nascondeva dietro il ditino accusando suo marito di averla indotta in errore.
Quando si decise ad uscire e ad affrontare la famiglia, li trovò tutti seduti intorno al tavolo che prendevano il caffè; aggredì immediatamente suo marito.
“Hai visto che mi ha fatto fare la tua tigna, il tuo orgoglio? Se mi avessi trattato come meritavo, da donna superiore e meravigliosa, non saremmo a questo punto!”
Scattò come una molla suo figlio Nicola.
“Senti, mamma, ed è ...
... l’ultima volta che uso questo sostantivo, se sei folle, fatti immediatamente ricoverare; se vuoi fingere una temporanea infermità, da avvocato ti dico che è una strategia sbagliata e fuori luogo; sei l’unica, sola colpevole di quello che è successo; sei una professorina di provincia in un liceo di secondo ordine; non vali niente nemmeno con il sesso; addirittura cinque te ne servivano per avere un minimo di valore … STA ZITTA E NON TI AZZARDARE PIU’ A DIRE STUPIDAGGINI …
Hai distrutto la tua famiglia, hai ucciso l’amore che mio padre ti ha devotamente portato per decenni; hai messo in crisi la credibilità di una categoria, quella delle professoresse, di cui fanno parte mia sorella e mia moglie, donne assai più valide di te e senza nessuna delle fisime che hai in testa; hai messo a rischio la mia dignità, onorabilità e credibilità professionale, insieme a quella di mio cognato e tuo genero.
Hai alle spalle un percorso di presunzione razzista, di arroganza immotivata, di troiaggine svergognata che nemmeno Cristo, che aveva perdonato alla Maddalena, ti perdonerebbe mai; hai davanti una prospettiva di morte sociale e ancora vieni qui a raccontare la favoletta della grande professoressa che non si è sentita riconosciuta dal povero muratore; mio padre è un uomo superiore, ammirato da tutti, tranne che da una ninfomane che i maschi se li prende cinque per volta insieme.
Adesso ti farai presumibilmente tre anni di trasferimento obbligato ad una scuola media di un paesello sperduto ...