1. La mia vita con lei – 3 – La rivelazione


    Data: 24/07/2022, Categorie: Dominazione / BDSM Etero Incesti Autore: bruno55, Fonte: RaccontiMilu

    ... singhiozzi: “Mi ha detto di aprire il secondo cassetto del comò e prendere una busta; l’ho fatto, sulla busta c’era scritto per Gabriella e R.; le ho chiesto cos’era e lei mi ha sussurrato di leggerla insieme a te e da soli” “Insieme a me?” “Si ha detto proprio così gliel’ho fatto ripetere” “Che altro ha detto?” “Solo vi voglio bene” e poi ha chiuso gli occhi e ha perso conoscenza; le mie sorelle sono arrivate un’ora dopo, ma lei non riusciva più a parlare, le ha solo guardate sorridendo, come faceva sempre quando eravamo piccole; poi ha chiuso gli occhi. Non ha sofferto però, si è spenta come una candelina” ed ha ricominciato a piangere; l’ho stretta forte a me dicendole di sfogarsi.
    
    “La busta dov’è” le ho chiesto quando si è calmata: “Ce l’ho io, non voglio leggerla ora però. Domani dopo il funerale mi riaccompagni qui e la leggiamo insieme” “Come vuoi tu, ora però vatti a riposare” “No voglio restare con lei” “Non le serve più niente a lei; ma se ti distruggi non penso le faccia piacere”; lei mi ha guardato con gli occhi tristi e poi ha abbozzato un sorriso: “A te non riesco mai a dire di no”; l’ho accompagnata nella sua stanza e sono rimasto con lei finchè non si è addormentata.
    
    Il funerale è stato l’indomani nel pomeriggio, nella chiesa del paese vicino; dopo la cerimonia abbiamo accompagnato il feretro fino al cimitero, dove nonna è stata tumulata accanto a nonno; nel guardare la tomba mi sono reso conto che non andavo a trovare il nonno da una vita e che non ...
    ... ricordavo neanche più il suo volto; mi sono ripromesso silenziosamente che con nonna non sarebbe mai successa una cosa simile.
    
    Al termine, abbiamo visto ripartire tutti quanti verso la città e siamo rimasti soli io e lei davanti ai cancelli del cimitero; durante il tragitto verso casa non ci siamo detti una parola, finchè zia a un certo punto non mi ha detto: “No non girare verso casa, vai dritto” “Ma che dici, dove vuoi andare?” “E’ un po’ una sorpresa topolone” il sentirmi chiamare così mi ha sollevato, evidentemente stava meglio anche lei: “Ma scusa e la busta?” “Ce l’ho dietro con me; non voglio leggerla li però, continua per questa strada ti dico io quando devi girare; ho proseguito per almeno una ventina di km, finchè lei non mi ha fatto deviare per una strada un po’ sterrata e mi ha fatto fermare davanti ad un cancello; l’ho vista armeggiare nella sua borsa ed il cancello, come per magia, ha iniziato ad aprirsi; siamo entrati e subito dopo il cancello ho visto una tettoia e sul lato un grosso villino a due piani.
    
    “Ma dove cavolo siamo, zia?” le ho chiesto una volta scesi dalla macchina: “E’ una sorpresa te l’ho detto, seguimi”; siamo entrati nel portone del villino e abbiamo fatto cinque scalini fermandoci davanti ad una porta corazzata: “Chiudi gli occhi amore di zia e aspetta ad aprirli”; ho obbedito, l’ho sentita aprire la porta, mi ha preso per mano e mi ha portato dentro e l’ho sentita richiudere: “Puoi riaprirli ora” mi sono trovato in un salone all’americana ...
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