Anna ed i suoi "mostri"
Data: 02/07/2022,
Categorie:
Porno celebrità,
Hardcore,
Lesbo
Autore: andreaeffe77, Fonte: xHamster
... sue pupille dilatate. Era ben conscia di quello che la aspettava. Le slegai in fretta le gambe per poterla possedere più agevolmente. Lei tentò di serrarle, in un ultimo e disperato tentativo di difendersi. Gliele divaricai con forza, mettendo oscenamente in mostra il suo sesso.
Mi coricai pesantemente su di lei e, nel parossismo dell’eccitazione, puntai il mio pene contro le piccole fessure rosee della sua vagina. Adesso si dibatteva furiosamente, in preda ad un panico incontrollabile. I suoi movimenti convulsi e frenetici mi eccitavano sempre di più. Le afferrai i piccoli seni sodi e, stringendoli con violenza, mi accinsi a penetrarla. In quel preciso istante eiaculai miseramente, inondandole di sperma i riccioli neri del pube e il ventre contratto, senza provare alcun godimento.
“Noooo…” urlai, “non puoi farmi anche questo, maledetta!”.
Mi rialzai da lei. Il mio pene pendeva ormai penosamente afflosciato. Un’ira brutale tornò ad impossessarsi di me. Avevo fallito ancora una volta. Per colpa sua. Avrebbe pagato cara anche questa mia ennesima sconfitta! Non sentivo più alcun impulso sessuale, nessuna attrazione fisica per quel corpo di donna. Solo un travolgente e rabbioso desiderio di vendetta.
Volevo che Anna sapesse cosa l’aspettava e glielo dissi con raccapricciante soddisfazione, sogghignando: “Tesoro, ti ammazzerò. Morirai lentamente, ti farò patire le pene dell’inferno e mi divertirò a vederti soffrire negli spasimi dell’agonia!”.
La sua faccia ...
... si contrasse in una smorfia agghiacciante d’orrore e di sgomento senza fine.
Quello che seguì fu un incubo mostruoso, che ho cancellato quasi completamente dalla mia mente. Ho dei ricordi confusi. Forbici, coltelli, sangue, tanto sangue... Il lezzo della morte e delle secrezioni.
Le ore terribili di esaltazione mentre infierivo sistematicamente e con lucida crudeltà su quel corpo sempre più martoriato e seviziato. Il pianto irrefrenabile dopo aver visto l’ultimo sussulto di Anna e le sue orbite vuote e sanguinolenti. Orrore, disperazione, paura…
Poi di nuovo la calma e la consapevolezza razionale di dover cancellare ogni traccia di Anna e di quelle ore spaventose. Quello che dovetti fare fu, se mai era possibile, ancora più macabro e raccapricciante della lunga e terribile agonia che avevo inferto alla ragazza.
Quella notte Anna uscì dalla mia soffitta. Un pezzo alla volta. Quanto camminai, per cercare i luoghi più adatti per far scomparire per sempre quei miseri resti!
Poi fu la volta del materasso e delle lenzuola. Il fiume e le rogge avrebbero lavato e trasportato lontano i brandelli di stoffa e di crine. Tornato nella soffitta, lavai accuratamente ogni goccia di sangue rappreso, ogni residuo, qualunque cosa potesse suggerire la presenza di Anna in quella stanza. Recuperai un vecchio materasso di riserva che tenevo, per improbabili ospiti, arrotolato sopra il piccolo guardaroba e rifeci il letto. Sfinito, mi gettai sul giaciglio e dormii per un’intera ...