Anna ed i suoi "mostri"
Data: 02/07/2022,
Categorie:
Porno celebrità,
Hardcore,
Lesbo
Autore: andreaeffe77, Fonte: xHamster
... avevo tanto sognato di baciare. Ma, al momento, non avevo alternative.
Misi una sedia accanto al letto ed iniziai a parlarle il più dolcemente possibile. Volevo che si calmasse, che sparissero dai suoi occhi quei lampi di paura. Le raccontai la mia vita, le frustrazioni derivante dalla mia bruttezza anormale, la mia solitudine, la mancanza d’amore. Le affermai che solo lei aveva saputo accendere in me un bagliore di speranza, ma che il suo rifiuto ed il suo disprezzo mi avevano condotto alle soglie della pazzia.
Ad un certo punto, sembrandomi più tranquilla, iniziai ad accarezzarle i lunghi capelli neri. Con un moto di repulsione, Anna cerco di allontanare la testa e sottrarsi alle mie carezze.
“Ti faccio schifo, vero?” le ringhiai, mentre sentivo montare dentro di me una collera cieca, che mai avevo provato.
La schiaffeggiai violentemente e ripetutamente. Le guance della ragazza si arrossarono. Iniziò a piangere con singhiozzi strozzati dalla pesante striscia di cuoio.
“Piangi, piangi pure… Prova anche tu cosa significa soffrire.”
Mi rendevo conto del vortice di follia in cui stavo lentamente ma inesorabilmente sprofondando. Ormai niente e nessuno poteva fermarmi. Per la prima volta in vita mia mi sentivo forte. Ero io a dominare la situazione. Anna, in quel momento, rappresentava tutti coloro che mi avevano umiliato, offeso, deriso, disprezzato.
Dovevo vendicarmi, umiliare, sottomettere quel simbolo di tutte le angherie patite. Lei più di tutti mi ...
... aveva ferito e pugnalato nel cuore. Lei, più di tutti e per tutti, doveva pagare.
“Dio, perché hai fatto di me un mostro così ripugnante?” urlai. “Che colpa ne ho io, se sono cosi!”.
Poi, inaspettatamente, mi placai. Una calma fredda, lucida, determinata.
Iniziai a spogliare la ragazza, ma le corde che la legavano al letto m’impedivano di farlo agevolmente. Presi un paio di forbici e lentamente incominciai a tagliarle i vestiti. Il golfino, la blusa, la sottoveste di seta, la maglia leggera di cotone. Poi la gonna, le scarpette, le calze di filo bianco. Rimase in culottes e reggipetto.
Anna era in preda al panico, ma non aveva più la forza per dibattersi. I suoi occhi sembravano supplicarmi, ma non provai alcuna compassione. Con le mani le strappai il reggiseno e quindi le mutande. Completamente nuda, sembrava ancora più indifesa, del tutto e inesorabilmente in mio potere. Mi fermai a contemplare, per la prima volta, quel corpo di donna. Quante volte lo avevo visto con la mente e disperatamente desiderato. Finalmente era mio, potevo farne tutto ciò che volevo, tutto quello che avevo sognato nelle mie fantasticherie più torbide.
Iniziai a spogliarmi anch’io. Ormai avevo una sola idea fissa e martellante nella testa: possedere Anna, penetrare in lei, violarla e prendermi quello che mi era stato sempre negato.
“Anche questo ti fa schifo?” dissi alla ragazza avvicinando alla sua faccia il mio sesso turgido e spropositatamente grosso. Ne ebbe paura, lo capivo dalle ...