La Caduta. Atto Quattordicesimo. Di Serena Prima, Nimandeo Feral e di ciò che fu.
Data: 23/06/2018,
Categorie:
Etero
Autore: Rebis, Fonte: RaccontiMilu
Rientrato in fretta e furia in Roma, Calus ordinò una serie di misure. Destituì numerosi generali, facendo uccidere alcuni di essi senza neppure processarli. Fece cessare qualunque forma di biasimo, imponendo la censura di ogni informazione sulla battaglia e sulla guerra civile in generale. Aumentò i riti e i sacrifici al Dio della Guerra. Fece spostare gran parte delle proprie forze dall’Helvetica, lasciandola di fatto sguarnita, preferendo difendere l’Italica. Aumentò il reclutamento di cittadini, specie nelle classi meno abbienti, giungendo persino a liberare alcuni schiavi se si fossero arruolati nell’esercito imperiale, inoltre prese contatto con le forze mercenarie e i minori generali secessionisti dal dominio del Trono. Offrì alle prime grandi ricompense in oro, cibo e gioielli e ai secondi il perdono e la possibilità di acquisire cariche di grande rilevanza se essi avessero scelto di supportarlo. Così facendo, numerosi accorsero sotto i suoi stendardi e la Septima Aquilaria, legione nota per il valore e la perizia nella difesa durante un assedio tornò leale al Trono e il suo generale, Antonino Prieto Terzo fu elevato a Governatore delle regioni italiche del sud. Rapidamente, Antonino iniziò a rafforzare le difese, sapendo che uno sbarco delle legioni di Aristarda sarebbe avvenuto di lì a poco. Fu sorpreso quando, a tentare uno sbarco furono ondate di uomini fasciati in abiti da deserto. Coloro che non avevano perdonato la fine di Fez si abbatterono sulle coste ...
... italiche con furia e volontà distruttiva, sfuggendo alla decimata flotta lealista. Ma Antonino sapeva bene come agire e al termine di una battaglia di un giorno e una notte, i predoni furono sterminati. Nessuno di loro abbandonò le coste nemiche. Morirono tutti cercando vendetta per un torto di cui Calus non fu responsabile. Le loro navi fecero vela verso la terra patria. Da parte lealista le perdite furono bassissime e Calus si affrettò a sfruttare la vittoria a fini propagandistici.
Aristarda Nera, invece, sistemati i feriti e approntate le proprie forze, dovette affrontare una realtà che purtroppo, in cuor suo aveva ben immaginato. Lo sbarco in terra italica sarebbe costato molte, forse troppe vite. In realtà, non aveva molta scelta. Ma riguardo al dove sbarcare, Aristarda era grandemente indecisa. Ponderò la scelta, decidendo infine per l’attesa, sperando che Nimandeo Feral riuscisse a obbligare Calus a muovere le proprie forze aprendo brecce in una difesa altrimenti apparentemente inespugnabile, anche a dispetto delle preghiere innalzate dai sacerdoti e da lei stessa. Più fervida e accorata di altre, era la preghiera che Vera Nemlia, la sua più valente guerriera, fosse ancora in vita e potesse fare ritorno. Nei giorni seguenti, le flotte di Calus e Aristarda Nera non intrapresero che poche azioni marginali, indegne di nota e senza effettivamente portare ad alcun risultato di rilievo. Intanto, sull’altro fronte, Nimandeo Feral e Serena Prima proseguivano la loro offensiva. ...