1. La fantasia


    Data: 07/05/2022, Categorie: Erotici Racconti, Racconti Erotici, Etero Autore: Rebis, Fonte: RaccontiMilu

    ... parlare. -Era questo?-, chiedo. Lei scuote il capo. -Questo era solo l’inizio.-, dice. Si volta e prende a correre verso la giungla. La inseguo ma dopo pochi istanti scompare alla mia vista come per magia.
    
    Sparita. Così, improvvisamente. Muovo un paio di passi incerti nella giungla. -Vieni.-, la voce è lontana e distante ma è indiscutibilmente quella di Sita. Seguo la voce. E me lo trovo davanti. Il mio funerale. Parenti in lacrime, amici rattristati, un cielo nuvolo e la giungla lascia il passo all’asfalto di un cimitero. È la scena della mia morte. -Questo è ciò che aspetta ogni uomo.-, dice Sita. -È questo che accadrà?-, chiedo. -Non importa se è così che andrà o no. Accetta che la tua esistenza è temporanea. In troppi vivono pensando di poter vivere in eterno.-. Annuisco. Ha ragione. E devo distaccarmi da quest’idea della vita eterna se voglio superare questa prova cui vengo sottoposto. -Lo capisco.-, dico. -Accettalo. Capirlo non basta. Fai tua questa verità. Poiché alla fine è tutto ciò che hai ora.-. Mi sforzai di identificarmi col corpo morto, sdraiato nella cassa di mogano. Quello ero io, e io ero quello. Non c’è differenza tra me e lui. Se non una: in me batte ancora la vita, per quanto temporanea. Ma anch’essa svanirà. -Bene.-, dice Sita. La visione si dissolve. Sono di nuovo tra gli alberi tropicali. Avanzo. Oltre, la giungla diviene più fitta. Passare in mezzo alla vegetazione si fa difficoltoso. Ci metto un po’. Poi me lo trovo davanti. Rimango bloccato per ...
    ... un lungo istante, basito e scioccato davanti a quella visione che mi coglie come un pugno. Ho davanti me stesso. Esattamente uguale a me. Salvo per lo sguardo. È privo di forza. Debole. E soprattutto è pieno d’odio. In pugno, l’altro me ha un coltello. Stringo i pugni sentendo nel destro l’impugnatura di un coltello che scopro essere perfettamente uguale a quello del mio doppelgänger. Mi metto in posizione di guardia. -Uccidilo. O lui ucciderà te.-, dice la voce di Sita. Neanche il tempo di finire che l’altro mi attacca. È rapido. Bravo almeno quanto me. Contrattacco sferrandogli un paio di colpi ma mi costringe in difesa. A schivare o parare i suoi colpi. È bravo, e sembra instancabile. Non mi lascia occasione di colpirlo. Schivo un fendente in extremis sentendo il tessuto della canotta che indosso venire dilaniato. Non sono ferito e colpisco rapidamente. Sferro un calcio al ginocchio mentre colpisco, fendendo l’aria. L’altro me schiva. E il coltello gli si conficca nel fianco. Passa un istante, poi il mio doppio diviene fumo scuro e svanisce. -Capisci?-, chiede Sita. Improvvisamente comprendo. Il coltello che ho in mano evapora. -Sì. Era me. La parte di me che deve sparire. L’odio, la paura, la rabbia e il dolore.-, dico. -Continua. È quasi finita.-, dice la voce della giovane.
    
    La giungla si fa sempre più fitta. È difficile camminare e inizio a temere i serpenti o i furtivi predatori di quel lussureggiante inferno verde. Ma le mie paure rimangono confinate nella mente, ...
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