Poteri 1
Data: 20/06/2018,
Categorie:
Etero
Autore: geniodirazza, Fonte: Annunci69
... celebrava abbrancandomi per le natiche e spingendo la vulva contro la sua notevole asta; sentire il bastone di carne che, da sotto i vestiti, riusciva a titillarmi il clitoride sensibile e pronto a accogliere il piacere, era il primo passo delle copule astronomiche che mi dedicava.
Tutto era facilmente prevedibile, per due innamorati che copulavano fino a tre volte al giorno; Serse sapeva perfettamente quanto adorassi sentirmi leccata, mangiata, stimolata sulla vulva e in vagina fino a ‘sparare’ orgasmi sesquipedali nella sua bocca; cominciava quasi sempre a lambire dal retro delle ginocchia fino alle grandi labbra; con piacere quasi sadico, portava il mio desiderio fino al punto di rottura, percorrendo più volte le cosce fino alla vagina.
La parte migliore me la dava quando mi faceva sistemare carponi sui bordi del letto, col seder sporto in fuori, e mi leccava tutta, dall’osso sacro al monte di venere, strappandomi autentici urli di piacere quando la lingua penetrava nell’ano cedevole e morbido o nella vagina rorida di umori; la posizione a sessantanove, con la stimolazione orale reciproca, mi risultava meno appetibile, per l’incertezza tra il dare e il ricevere piacere.
Per questo preferivo che innanzitutto copulassimo con la bocca uno per l’altro; i suoi cunnilinguo mi mandavano in estasi e gli premevo la testa per costringerlo a leccarmi, succhiarmi e mordermi finché non gli scaricavo in bocca il mio orgasmo; quando poi prendevo io l’iniziativa, le mie ...
... fellazioni gli davano le vertigini; più volte mentre leccavo l’asta, la succhiavo o la spingevo violentemente in gola fino ai conati di vomito o ai soffoconi; gli strizzavo i testicoli per frenare l’orgasmo.
Quando decideva di penetrarmi, per me significava sentire cori di angeli, fulmini che scoppiavano nel cervello, farfalle che mi agitavano lo stomaco; la sua mazza era in grado di fare male, per la potenza del volume; ma lui sapeva usarla come un cuscinetto da cipria che passava delicatamente su tutti i gangli del sesso; prolungare alla morte le sue monte non era solo un bisogno fisico di possesso ma anche e soprattutto una voglia di possedere e di farsi possedere che ci travolgeva.
Passavamo le notti quasi per intero, specialmente nel week end, a copulare in tutti i modi; quello che più ci entusiasmava era l’accoppiamento da dietro, quando le mie natiche rotonde e morbide stimolavano il suo ventre tutto intero e io sentivo la mazza profondamente piantata nel ventre, non solo attraverso la vagina, ma molto spesso, e quasi preferibilmente, attraverso l’ano che, nel corso degli anni, aveva acquisito una naturale capacità di accogliere e mungere il fallo fino all’orgasmo.
Per alcuni anni fummo felicemente innamorati, caldi e appassionati; ignorammo il mondo e ci dedicammo a noi stessi e alla nostra passione con impeto immutato e giovanile; non ebbi nessun modo e nessuna occasione per avanzare nuove pretese o capricci che potessero gettare un’ombra su un cielo che appariva ...