1. Il cazzo piccolo 1


    Data: 02/04/2022, Categorie: Tradimenti Autore: geniodirazza, Fonte: Annunci69

    ... accompagnava la manovra spingendolo con forza tra le labbra che lo stringevano come una figa vergine; si fermò di colpo, perché non voleva venire in bocca; mi fece alzare, mi girò, sollevò la gonna sulle anche, spostò il perizoma e mi sbatté in figa la mazza.
    
    Mi sentivo impazzire di gioia, mentre il cazzo percorreva tutto il canale vaginale d entrava nel ventre, strappandomi gemiti di goduria infinita che dovevo soffocare per non essere udita dagli altri; godetti più volte mentre mi sbatteva con violenza sul culo il ventre e la mazza percorreva il tratto vaginale fino a fari dolere l’utero; un grosso orgasmo mi colse quando si piantò con forza contro il mio culo per sentire fino in fondo la figa e farmi assaporare il cazzo.
    
    Non c’era molto tempo; eravamo comunque ad una festa e Paolo poteva accorgersi della mia prolungata assenza; lo incitai a sborrare; mi inondò con una fiumana di sperma che mi allagò l’utero, la figa, le viscere; godetti come non mi era mai capitato mai, trattenni a malapena l’urlo e mi assaporai in silenzio il piacere che dalla figa si irradiava a tutto il corpo; mentre usciva e si ripuliva, intravidi un’ombra scivolare lungo il chiostro verso l’entrata alla sala ma non me ne preoccupai.
    
    Corsi in bagno e pisciai urina e sborra insieme, mi lavai alla meno peggio al lavandino, mi riassettai, cercai di rinfrescarmi il viso col trucco e tornai in sala senza poter nascondere l’aria soddisfatta di chi ha scopato benissimo; trovai Paolo impegnato a ...
    ... dialogare quasi divertito con una bella ragazza che sapevo sua collega nella banca dove lavorava; mi guardò con aria interrogativa; sapevo che avrei dovuto parlargli subito e chiarire le cose, prima che precipitassero; non me la sentii e tacqui.
    
    Fino a casa non disse quasi niente, si attaccò alla radio per ascoltare la sua musica preferita; andai in bagno e mi feci una doccia per lavare via i residui della serata brava che mi ero concessa; in accappatoio, mi trasferii alla camera e mi mise a letto, nuda; lui andò in bagno, uscì in pigiama, si sistemò al suo poso e rimase immobile; non feci un movimento per accostarmi; lui non si curò di me, immerso nei suoi pensieri neri; spense la luce.
    
    Cercai di addormentarmi, ma non ci riuscivo; sapevo che stavo commettendo un grave errore, ma mi ero avviata sulla china della distanza e ignorai anche il rumore dei denti che digrignava; lo faceva solo quando era violentemente nervoso, fino a diventare feroce; ma la sfida era lanciata e preferii concentrarmi sul nulla per prendere sonno; riuscii ad addormentarmi, ad un certo punto, e dimenticai quasi i motivi di frizione.
    
    Non mi svegliò con la colazione, come aveva fatto negli anni che avevo trascorso con lui; sentii nel dormiveglia che usciva e pigramente mi mossi per non fare niente, come al solito, perché ormai mi era assestata nella condizione della parassita che vive alle spalle del compagno ben collocato che qualche lusso se lo può concedere; mi dedicai a me stessa con l’attenzione ...
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