M’s story. Capitolo 1. L’esame
Data: 01/04/2022,
Categorie:
Dominazione / BDSM
Sesso di Gruppo
Autore: LaraS, Fonte: RaccontiMilu
... provato e hai sentito, senza demoralizzarti. Vedrai che ce la farai, ne sono sicuro. Vai adesso”.
Serena, si alzò e andò a fare come le era stato detto. Sculettava di nuovo, però. “Stai calmo” mi ripetei mentalmente.
Andai ad ascoltare da dietro la porta dopo un quarto d’ora. Era buio e tutto in silenzio. Alla mezz’ora la chiamai dal bagno, dopo poco era da me, che stavo apposta ancora nudo, nel box doccia, tutto bagnato. Si inginocchiò spontaneamente. Era splendido vedere come imparava in fretta e docilmente.
“Come è andata? Sei riuscita?” Silenzio. “Dai, coraggio, sii sincera, non ti punirò”. “Non credo che sia andata tanto bene, signore”. “Perché?” “Non ce la faccio ad accettare che… insomma… che sono nata così. Ho fatto come ha detto, ho ricominciato tante volte, ma non ce la faccio a pensare che è come ha detto lei”. “Sei stata sincera. Brava. Non sono arrabbiato perché è normale ed è giusto che tu non sia riuscita. Non perderai anni di educazione in un pomeriggio”.
Mi fece un bellissimo sorriso: “Grazie, signore”. Giocai la mia ultima carta, volevo capire, ma volevo lasciarla libera di decidere almeno come prima volta. “Se vuoi puoi tornare a casa con tua mamma, ora”. Assunse uno sguardo sorpreso: sicuramente si aspettava che l’avrei usata sessualmente.
“Non… non devo… non vuole… non dobbiamo…?” “Cosa dovremmo, cara schiavetta?” Mi guardava il corpo nudo, distoglieva gli occhi e poi, quando credeva non la vedessi, tornava a guardare il mio ...
... corpo.
“Ecco… siccome ha detto che le piacevo… insomma… credevo che…” “Che avremmo fatto l’amore?”, la interruppi. “Sì”. Voleva? Non voleva? Non volevo forzarla.
“M. ti ho detto prima che come prima volta non avremmo fatto niente che tu non voglia. Puoi fidarti di me. Mantengo la parola” Ma con la mano le indicai il mio uccello, per farle vedere che ero in erezione.
Abbassò lo sguardo, ma solo aver dato una significativa guardata al mio cazzo. “Luigi non mi sgriderà?”, chiese. “Luigi ti ha affidata a me, e io decido cosa è bene che tu impari e in quanto tempo. Però capisci da sola cosa mi ispiri, vero?”
“Sì”. “M., anche se non lo ammetti sono convinto che oggi ti sia piaciuto tutto. Hai superato ogni attesa, ti ho promosso, potrai tornare sabato prossimo. Se vuoi che succeda qualcosa in più, per oggi, puoi deciderlo tu”.
“Ho capito”. Ma non aveva il coraggio di chiedere niente.
“Vieni qua”. Le diedi una carezza e un bacio sulla fronte. “Facciamo così: io finisco di asciugarmi per qualche minuto. Hai il tempo di rivestirti e uscire. Se invece, resterai vestita così e ti troverò in sala, qualcosa faremo. Fece di sì con la testa.
Quando tornai di là, la trovai in ginocchio ad aspettarmi, eretta, il capo chinato. Non dissi niente, le passai davanti e le accarezzai il viso mentre mi portavo dietro di lei. Delicatamente le spinsi il visino sul tappeto, mettendola a pecorina. La tastai in figa: non c’era bisogno di alcuna preparazione, era ancora fradicia! Istintivamente le ...