Noi
Data: 08/03/2022,
Categorie:
Racconti Erotici,
Tradimenti
Voyeur
Autore: 1945, Fonte: RaccontiMilu
... come nuovo vicino, un momento conviviale. Fu dura riuscire a capirci ,lui parlava solo il portoghese e noi a malapena conoscevamo qualche parola di spagnolo. Alla fine ci sentimmo in obbligo di invitarlo a cena, a casa nostra, per due giorni dopo. Donatella ed io non avvezzi a quegli incontri fummo in ansia sino al momento della cena. Alla fine da semplici paesani, per l’occasione, ci vestimmo in modo quasi formale. Donatella si era vestita da perfetta padrona di casa: gonna e camicetta e scarpe con leggero tacco e in via straordinaria si fece un leggero trucco. Io ero in ordine con pantaloni e camicia. Ricardo si presentò come al solito in giacca e cravatta. Portò con sè un bellissimo mazzo di fiori per Donatella e due bottiglie di un vino portoghese che doveva essere molto buono. La tavola era apparecchiata e Donatella aveva esagerato nelle portate. Antipasti casalinghi, primo, due secondi e due contorni. Al vino aveva pensato lui. Non sapeva che Donatella ed io fossimo quasi astemi, non per scelta, semplicemente non avevamo quasi mai bevuto ne vino ne altre liquori se non in eventi eccezionali quali cerimonie e comunque ne avevamo bevuto sempre poco. Mentre mangiavamo Ricardo ci raccontò che era un dipendente della filiale portoghese del gruppo assicurativo e che era qui per un corso di aggiornamento della durata di un mese e che dopo di lui altri colleghi, a scadenze intervallate, sarebbero venuti per lo stesso motivo. Era la prima volta che veniva in Italia e l’aveva ...
... trovata viva e bella. Era sposato ed aveva due figli. Intanto continuava a rabboccare i bicchieri e fare brindisi all’Italia, al Portogallo, all’amicizia. Capivamo veramente poco di quello che diceva, ma non potevamo sottrarci ai continui brindisi e se i nostri sorsi erano piccoli diceva: bevi, bevi; bisogna bere tutto quando si brinda. Almeno penso dicesse questo attraverso i suoi gesti d’invito. Alla fine dell’antipasto facevo fatica a tenere gli occhi aperti, il mondo girava intorno a me ed anche Donatella mi sembrava fuori giri. L’arrivo del primo diede una tregua al bere e mi ripresi un po’, ma durante il primo o secondo piatto di “secondo”, non so esattamente quando, gli ulteriori brindisi, sempre proposti da Ricardo, mi cacciarono nell’alveo più oscuro che possa ricordare. Mi sembrava che la testa girasse ad una velocità vorticosa ed ebbi solo il tempo di dire: scusate ho bisogno di distendermi un po’ . Feci appena in tempo a sedermi sul vicino divano che crollai come una pera cotta in un dormiveglia continuo e paralizzante. E Donatella? La vedevo eterea ridere “svolazzando vicino alla tavola” e mi parve che ripetesse: Giuseppe, Giuseppe(io) dov’è? Come? Ero a due metri da lei e non mi vedeva? Dopo realizzai che fosse ubriaca almeno quanto me se non di più. Non so per quanto ricaddi nell’incoscienza ma al mio “risveglio” se così posso chiamarlo poiché mi sentivo nell’ impossibilità di muovermi e solo sforzandomi la vista mi funzionava vidi una scena impensabile. Intorno ...