La benedizione di Pitonio
Data: 26/02/2022,
Categorie:
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Lesbo
Autore: Smaliziato, Fonte: RaccontiMilu
... famiglia cacciò il mio ordine da questi luoghi e dal tempio? Posso anche capirlo, ma non scusarlo! Esigo riparazione!”
Quintio abbassò la testa, rassegnato. “Riparerò- disse con voce atona- con la mia vita, se necessario!”
“La tua vita? E cosa dovrei farmene? No! Per riparare, dovrai liberare, immediatamente, un’ala di questa casa. Dovrà essere possibile accedervi dall’esterno e diventerà la dimora del mio ordine! È tempo per noi sacerdoti di Pitonio di tornare in queste che furono le nostre terre, diventare parte di questo villaggio, amministrarne i riti, non solo le celebrazioni annuali. Faremo parte del concilio del villaggio, e avremo diritto di veto, anche sulle tue decisioni, Quintio, o su quelle dei tuoi discendenti!”
“Accetto, reverendo sacerdote!” si arrese il nobile scoppiando in un pianto isterico. Cinlia gli si avvicinò abbracciandolo e confortandolo “Padre…Padre, ti prego calmati. Io-continuò con voce sommessa – io credo di essere stata ingravidata dal dio, padre. Di aspettare un figlio da lui. Padre, se nascerà un maschio sarà il tuo erede, l’erede della famiglia Clelia e figlio del dio Pitonio. E sono certa che la benedizione di Pitonio, che ha guarito la vallata, scenderà anche sulla nostra famiglia, rendendoci più prosperi che mai!” L’uomo, in lacrime, abbraccio ...
... delicatamente la figlia.
Era calata la sera. Il sacerdote prendeva possesso dell’ala della Casa Grande che era stata precipitosamente liberata. L’ala era ampia, accogliente, ma il sacerdote aveva disposto che le camere subissero dei lavori, affinché da ogni stanza se ne ricavassero di più, al fine di ospitare l’ordine dei sacerdoti. Il sole stava ormai scedendo. Scelse una delle camere, e vi entrò pronto per passare la notte. Un braciere ardeva, caldo. Posò il bastone andando a riscaldare le mani sul braciere. Lo sguardo era soddisfatto. Rimase lì, seduto in meditazione, vicino al fuoco. Calò la notte, le cicale incominciavano a catare l’arrivo dell’estate. I sensi acutissimi del sacerdote gli rivelavano che ormai, nella casa, regnava il silenzio e il sonno. Si alzò. Lentamente si tolse i vestiti. Nudo, raddrizzò il corpo curvo, i muscoli si tesero mentre il corpo cambiava postura, gonfiandosi; lo scroto e il pene si ingrandirono, come se parte di loro fosse stata trattenuta dentro il corpo, dai muscoli stessi. Ora dritto, alto e potente, si tolse la maschera che lo faceva sembrare vecchio, rivelando un viso giovane, ma con occhi senza tempo. Si umentò le labbra con la lingua biforcuta, in cui ancora sentiva il sapore di Cinlia. Quella notte, lo sapeva, il dio Pitonio avrebbe visitato la sua sposa!