La benedizione di Pitonio
Data: 26/02/2022,
Categorie:
Erotici Racconti,
Racconti Erotici,
Etero
Lesbo
Autore: Smaliziato, Fonte: RaccontiMilu
... passò su di essi, pettinandoli, curandoli; senza renderse conto, si stava facendo bella per lo sposo che doveva arrivare. Sentiva come un nodo in gola, un misto, ora, di tensione e paura che si univano alle emozioni sentite prima: ora che il momento fatidico in cui sarebbe stata sacrificata, come vergine, al dio, all’emozione e l’eccitazione si aggiungevano i dubbi? Se la avesse rifiutata? E se non l’avesse pressa in considerazione? E se non si fosse neanche presentato? Cosa le sarebbe successo?
Queste considerazioni continuavano ad affacciarsi alla sua mente, terminando solo quando il sacerdote, chiamandola la riscosse. Avvicinandosi a lei, l’uomo le portò delle rozze stoviglie intagliate nel legno, su cui stavano dei pezzi di carne, perfettamente arrostiti, funghi e delle foglie di lattuga tagliate a pezzi. Di nuovo, come la sera precedente, si stupì di come quell’uomo, curvo e apparentemente fragile, fosse estremamente competente in numerose cose, tra cui la cucina. La carne ne era un esempio illuminante, cotta perfettamente e aromatizzata, un autentico piacere al palato, anche meglio di come la preparavano alla casa del nonno materno. In una tazza di legno, c’erano numerose bacche selvatiche, more, lamponi, fragole e mirtilli, che la ragazza, consumato il resto del pasto, portava alle labbra gustandole lentamente. Involontariamente, portando i frutti di bosco alle labbra succhiava sensualmente la punta delle dita. Il sacerdote le porse un bicchiere,sempre intagliato ...
... nel legno, in cui aveva versato, da una fiasca di pelli, un liquido scuro. Lo bevve, scoprendo che si trattava di vino, leggermente speziato, che le diede una forte sensazione di calore.
Terminò il pasto, e il sacerdote prese le stoviglie di legno intagliato e le ripose in una sacca.
“Bene,-le disse-ora è tempo di entrare nell’Alcova di Pitonio!” e le indicò l’apertura che portava i una grotta più interna. Cinlia fece per prendere i vestiti, ma il sacerdote la fermò, fermandole le mani e scuotendo il capo. Alzatasi, seguì l’uomo che l’aveva guidata sinora verso la grotta interna. Arrivati all’ingresso, l’uomo si scostò, invitandola ad entrare. Varcò quell’ingresso, più piccolo dei precedenti. La grotta in cui ora si trovava era più piccola, molto simile a una semplice stanza della sua casa a Verdebosco. La luminosità era molto ridotta, ma riusciva chiaramente a vedere, nella penombra, che la stanza era spoglia, ad eccezione di una pietra perfettamente squadrata, posta sul fondo della grotta. Il sacerdote le passò un involucro, indicandole la pietra, senza parlare, come se fosse proibito. In silenzio raggiunse la pietra. Notò che, se pur era bianca, la superficie superiore appariva nera. Sentiva un odore familiare. Muschio. Con mano esitate, toccò la superficie nera della pietra. Era molto morbida e umida. Una spessa coltre di muschio ricopriva la pietra. Con un lampo di intuizione, sciolse il fagotto che le aveva dato il sacerdote e la stese sopra il muschio. Si trattava ...