1. Mia moglie valeria - dopo i 40 anni - cambiamenti - capitolo 9 - la reazione


    Data: 18/02/2022, Categorie: Prime Esperienze Autore: Marta-trav, Fonte: Annunci69

    ... come vecchie amiche.
    
    Decidemmo di lasciare una macchina parcheggiata lì e proseguimmo con la sua.
    
    Lungo la strada ci fermammo in un’area di servizio sull’autostrada.
    
    Iniziava ad imbrunire.
    
    Recuperammo i nostri borsoni e ci dirigemmo verso i bagni.
    
    Un quarto d’ora dopo ci ritrovammo nella zona dei lavandini, completamente diverse.
    
    Faticammo a riconoscerci da quanto eravamo cambiate.
    
    Via le scarpe da ginnastica, via i jeans, via le magliette sportive a maniche corte.
    
    Marta era bellissima, seducente e provocante.
    
    Le sensazioni avute durante il nostro primo incontro, quelle sul fatto che la mia nuova amica avesse delle belle tette, più grandi delle mie, mi furono confermate appena me la trovai davanti.
    
    Ci guardammo e ci mangiammo a vicenda con gli occhi.
    
    Marta, rossa di capelli, indossava un vestitino beige, molto corto, tutto bordato di pizzo nero (sulle maniche, sul decolleté e nella parte bassa), autoreggenti a rete e scarpe con il tacco altissimo dello stesso colore del vestito.
    
    Era, in poche parole, una figa pazzesca.
    
    Io, invece, avevo optato per un vestitino rosso in latex, molto scollato, con le spalle scoperte e con due sottili bretelline, autoreggenti nere velate e scarpe rosse, chiuse davanti, più o meno uguali a quelle indossate da Marta.
    
    “Sei stupenda”, mi disse Marta.
    
    “No, tu sei stupenda”, replicai io.
    
    Nel bagno non c’era nessun’altra persona.
    
    Tirammo fuori le trousse ed iniziammo a truccarci, una di fianco ...
    ... all’altra, appesantendo molto il trucco con il quale eravamo già uscite dalle rispettive abitazioni.
    
    Mentre lo facevamo, ci sbirciavamo a vicenda e sorridevamo.
    
    Un quarto d’ora dopo eravamo pronte.
    
    Uscimmo dal bagno ed attraversammo la zona bar.
    
    Ci sentivamo addosso il peso dello sguardo di tutti i clienti e dei dipendenti del punto ristoro.
    
    Non passavamo di certo inosservate.
    
    Uscimmo comunque dal locale senza problemi e risalimmo in macchina.
    
    Venti minuti dopo parcheggiammo nei pressi della nostra destinazione.
    
    Il locale, all’insegna “Twist”, aveva un ampio parcheggio asfaltato dedicato.
    
    Trovammo facilmente posto.
    
    Marta spense il motore.
    
    “Allora, andiamo?”, mi domandò?
    
    “Sei sicura?”, risposi.
    
    “Sono agitata, nervosa e anche un po’ preoccupata. Però si, voglio andare. Tu?”.
    
    “Anche io sono agitata, nervosa e preoccupata. Però, ormai, siamo qui”.
    
    “Giusto. Dai, andiamo”.
    
    Scendemmo dalla macchina.
    
    L’asfalto del parcheggio aiutava molto per camminare su quei tacchi vertiginosi che indossavamo.
    
    Poche decine di metri e raggiungemmo l’entrata del locale, piuttosto anonima.
    
    Due uomini, due energumeni, controllavano l’ingresso.
    
    Non erano richiesti inviti, né il pagamento di un biglietto.
    
    Solo dopo aver varcato la soglia, sotto lo sguardo attento e tutt’altro che disinteressato dei due omoni, molto probabilmente dell’est Europa, ed aver raggiunto il tipo che, elegantemente vestito, svolgeva le funzioni di concierge, ci rendemmo conto ...