1. L’ira dei buoni 3


    Data: 17/02/2022, Categorie: Etero Autore: geniodirazza, Fonte: Annunci69

    ... possibilità per me e Luciano; il più felice era Victor, naturalmente, che godeva dell’affetto sincero di tante persone care, papà, zio Luciano, zia Samantha e soprattutto mamma Lory che accondiscendeva a tutti i suoi capricci, nonostante gli sguardi severi di suo padre che manteneva la facciata di burbero che gli competeva.
    
    Dormirono tutti e tre, padre figlio e madre elettiva, nel letto ridotto di Loredana che riuscì ad apparire comodo, nonostante tutto; addirittura, i due, riuscirono, quando il bimbo si fu addormentato, a fare l’amore con un impeto straordinario; lui rinunciò a prendersi la verginità anale che lei gli aveva offerto; l’avrebbe presa, più comodamente, nella loro nuova casa, l’attico che per ora sognavano ma che, tempo un giorno o due, sarebbe stata la loro realtà; Lory scivolò nel sonno con dolcezza.
    
    La settimana successiva fu di una frenesia indicibile; Loredana corse per la città per assicurare a Victor un asilo accogliente dove ‘parcheggiarlo’ mentre lei e Carlo erano al lavoro; girò gli uffici comunali per accelerare l’iter del matrimonio; sequestrò me e Luciano per girare tutti i negozi della città alla ricerca dell’impensabile; scoprii forse per la prima volta il piacere di scegliere pentole, stoviglie e arredi per la casa, oltre che tende ed altre amenità.
    
    Luciano dimostrò un gusto assai raffinato nell’individuare divani, poltrone, chaise longue d’autore, quadri e lampade a stelo per decorare gli interni essenzialmente arredati; ogni scelta, ...
    ... ogni oggetto, era occasione per accarezzarmi, sfiorarmi, dirmi il suo amore nascente che trovava in me l’esatto corrispettivo; tenemmo una sorta di plebiscito per decidere che avrebbero dormito nell’attico disadorno, solo con lenzuola, coperte e una macchinetta per il caffè in cucina.
    
    Nacque lì il nucleo della loro casa; e Loredana mi confidò che finalmente si era fatta sverginare analmente, lei che aveva sempre respinto l’idea; mi emozionai di fronte a un gesto d’amore che trovavo simile solo troppi anni prima, quando concessi a Carlo la verginità della vagina; ne fui gelosa e in parte la odiai; ma soprattutto provai vergogna perché a Luciano, se si fosse deciso a dichiararsi, non avevo più niente di inedito da offrire.
    
    Mi rimproverò perché, disse, la verginità è soprattutto un fatto di testa, di cuore e d’amore; si può essere vergini anche semplicemente perché ci si offre davvero nudi per la rima volta alla persona amata; non so se si fossero parlati, ma lo stesso concetto sentii esprimere da Luciano mentre, a tavola, si parlava per l’appunto di rapporti interpersonali e di storie precedenti; il riferimento era chiaro ma esitavo ancora ed aspettavo che fosse lui a farsi avanti.
    
    In un vortice sempre più frenetico di impegni e di attività, giunse finalmente il giorno del matrimonio; un sabato mattina, alle dieci, ci trovammo un gruppetto di amici in municipio per la cerimonia; io e Luciano eravamo i testimoni, lui per il mio ex marito, io per la mia cara amica; Victor ...
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