1. Le mie calde allieve - capitolo 8


    Data: 13/02/2022, Categorie: Prime Esperienze Autore: Giangi57, Fonte: Annunci69

    ... pisciami addosso. Pisciami dentro. Su non avere vergogna! Penso che mi piacerà! Era tanto che te lo volevo chiedere, ma non osavo. Dai, adesso, ti prego, pisciami in bocca! Ti farà bene! Su, intanto io ti succhio! Tesoro, piscia, su!».
    
    Rosina lanciò un grido acuto e scosse violentemente la testa agitando la chioma pettinata con le treccine alla "rasta". Mi accorsi in quel momento delle gocce lucide che bagnavano il volto di Sara.
    
    Lei era rimasta avvitata alla figa dell'altra e ne stava bevendo l'orina.
    
    Rosina si girò su un fianco, urlando. Sara la imitò e le cacciò le dita nella vagina per masturbarla con maggior forza. I getti di orina continuavano a schizzar fuori senza sosta. Sara, che teneva la mano dentro quella polla, sembrava voler pompare il liquido dorato. Poi entrambe si immobilizzarono per qualche secondo. La vergogna si impadronì di loro dopo quel delirio carnale. Rosina si teneva la mano sul sesso, come a volte ci si porta la mano al la bocca dopo aver detto qualcosa di sconcio, Sara, in ginocchio accanto a lei, si asciugava le dita le guance con un kleenex.
    
    « Non ci staranno cercando?», chiese Rosina con voce languida.
    
    «Si, adesso è meglio rientrare».
    
    Ora entrambe parlavano con un tono diverso di voce, quasi fossero pentite di quanto era successo.
    
    «Hai goduto?».
    
    « Sì, è stato bello», rispose Rosina con imbarazzo.
    
    «Ma è stata anche una cosa un po' sporca!».
    
    Sara rimase in silenzio.
    
    « Sarà meglio non rientrare ...
    ... insieme!».
    
    Estrasse un pacchetto di sigarette dai jeans che stavano sul fieno.
    
    «Be', rientra tu per prima».
    
    « Si sta facendo buio. Non avrai paura di tornare da sola?».
    
    Sara scrollò le spalle, espirando il fumo.
    
    Rosina si infilò la tuta da jogging con movimenti impazienti. Prima di andar via si chinò sull'amica, che sedeva con le gambe incrociate sul mucchio di fieno.
    
    «Mi ami sempre?».
    
    «Stupida, credi che potrei bere la tua piscia, se non ti amassi?».
    
    L'ombra di Rosina si dileguò nell'oscurità. Dal basso richiamò l'amica.
    
    «Verrai alle docce stanotte?».
    
    «Si, non temere, attenta a dove metti i piedi!».
    
    «Beh! Sto camminando nella merda!», esclamò Rosina mentre usciva dal granaio.
    
    Attesi qualche secondo prima di farmi vedere. Non volevo che Rosina sentisse l'urlo che Sara avrebbe lanciato avendo scorto un uomo sbucar fuori dall'oscurità. Lei continuava a fumare. Sicuramente voleva finire la sigaretta prima di andarsene.
    
    Fissava nel muro di pietra il riquadro grigio formato dall'apertura. Nel buio il biancore del suo corpo nudo risaltava nettamente. Mio Dio, come era bella! E come si sarebbe spaventata! Cercai di assumere il tono di voce più dolce possibile.
    
    «Sara! Sono Gianni, non aver paura, ti prego!».
    
    Lanciando un grido stridulo lei si rotolò nel fieno, in preda al terrore.
    
    «Sono Gianni! Sono Gianni! Non urlare!».
    
    Si azzittì, ma rimase come paralizzata. Non riuscivo a vederla bene e sicuramente nemmeno lei riusciva a vedermi.
    
    « Sono solo! Ero ...
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