Sorpresa al lavoro
Data: 12/02/2022,
Categorie:
Dominazione / BDSM
Autore: Mads19, Fonte: Annunci69
... vedere cosa stesse prendendo, e quando si rialzò, mi accorsi che aveva in mano delle corde. - E quelle a che ci servono? - domandai.
- Ora lo capirai… un attimo di pazienza! - Rispose l’altro, che era restato alle mie spalle.
Non feci a tempo a girarmi verso di lui che sentii afferrarmi le braccia e stringerle dietro la schiena. - Ehi, ma… che fai!? - protestai, colta di sorpresa.
- Non ti preoccupare: è per la buona riuscita dell’affare… - fu la sua risposta.
Continuavo a non capire, e quella sua frase detta in tono ironico mi sembrò solo una battuta di pessimo gusto… Per istinto fui subito presa dalla paura che volessero violentarmi e provai una sensazione di terrore come mai avevo sentito prima di allora: due persone che conoscevo bene, che vedevo tutti i giorni al lavoro, e di cui pensavo di potermi fidare…
L’altro, quello che aveva preso le corde, venne verso di me, si chinò e cominciò a legarmi le caviglie. - Ma si può sapere che state facendo? Non voglio! - urlai, sempre più spaventata.
La stretta dell’uomo alle mie spalle si fece ancora più energica. Stavo cercando di liberarmi le braccia, ma fu inutile perché la presa era troppo forte. - Stai tranquilla, non ti faremo del male… -
Oh, Dio! La classica frase che uno stupratore dice alla sua vittima… Il sospetto stava diventando una certezza. Ormai ero completamente in preda al panico: ero da sola contro due aggressori, molto più forti di me, e nessuno avrebbe potuto aiutarmi o sentire le mie grida, ...
... perché il palazzo era completamente occupato da uffici, e a quell’ora erano tutti vuoti, com’era logico.
Dopo le gambe, cominciarono a legarmi anche le braccia dietro la schiena. La disperazione mi stava assalendo, non avevo più la forza per reagire, e stavo per scoppiare a piangere all’idea di quello che mi aspettava. Cercai allora, per quanto mi era possibile, di restare calma e lucida, e di parlare con loro per riportarli alla ragione: - Ragazzi, - li implorai, con la voce rotta dalle lacrime, - ma che volete fare? Siete pazzi? Vi rendete conto di cosa state facendo? Pensateci, vi prego… Non dirò nulla, neanche al capo… -
Ormai ero completamente immobilizzata, e quello che mi stava davanti cominciò ad accarezzarmi il viso delicatamente, quasi per rassicurarmi. - Ma che cosa hai capito? - disse. - Credi davvero che vogliamo violentarti? E poi, si vede che il capo non lo conosci ancora molto bene… -
Quest’ultima frase mi lasciò un po’ interdetta… Non riuscivo a capire cosa volesse dire, ma non ebbi il tempo di replicare perché lui, nel frattempo, prese un grosso pezzo di nastro adesivo e, incurante delle mie proteste, me lo appiccicò sul viso, tappandomi la bocca prima che riuscissi a chiedergli qualche spiegazione.
Continuai a fissarlo con gli occhi pieni di paura e di domande, e lui, quasi avesse capito il significato del mio sguardo, mi disse: - Non ti preoccupare, fra un po’ comprenderai tutto. - Poi, rivolto all’altro: - Bene, questa è sistemata: portiamola ...