Sorpresa al lavoro
Data: 12/02/2022,
Categorie:
Dominazione / BDSM
Autore: Mads19, Fonte: Annunci69
... caviglie, in una posizione a croce.
Nei brevi istanti in cui i miei arti furono liberi tentai invano di ribellarmi, pur sapendo di non avere via di scampo: erano in tre contro una, cosa avrei potuto fare? Beh, quantomeno, se volevano immobilizzarmi per poi approfittare di me, si sarebbero dovuti impegnare. Non molto, per la verità: riuscii appena a mollare qualche schiaffo e qualche calcio, piuttosto deboli (d’altronde ero legata da parecchio tempo, e le braccia mi facevano un po’ male…), che non sortirono nessun effetto, se non quello di indispettire ancor di più i miei aguzzini, che strinsero le corde ancora più forte per assicurarsi che non potessi in alcun modo liberarmi.
Ormai ero pronta, non avevano altro da fare che finire di spogliarmi: mi tolsero la minigonna e mi strapparono letteralmente le mutandine. Sopra avevo ancora la camicia aperta, con i seni di fuori, e per essere più liberi mi levarono definitivamente anche il reggiseno. Dopo un po’ anche la camicetta e i collant fecero una brutta fine…
Mi ritrovai su quel letto completamente nuda e alla mercé di tre omacci che stavano per dare sfogo fino in fondo ai loro istinti. Mi sentii ancora più impotente di prima, quando ero nelle mani del boss… Quei tre non si risparmiarono: tirarono fuori i loro grossi uccelli e mi violentarono a turno, con una foga incredibile… Non sapevo che i russi fossero così ben dotati (o forse fui io particolarmente “fortunata”): abusarono di me ripetutamente, senza che io ...
... potessi ad opporre la benché minima resistenza.
Ormai avevo ceduto, sia fisicamente che psicologicamente: dal momento che non potevo più far nulla per oppormi al loro volere, tanto valeva che mi rassegnassi a subire le loro violenze, cercando di non pensare che lo stavano facendo contro la mia volontà. E, in effetti, quel mio atteggiamento si rilevò il più giusto per quella situazione e, dimenticando in quale modo fossi stata trattata e come fossi finita lì, riuscii anche a godere di quei momenti e a viverli, non dico piacevolmente, ma almeno senza l’orrore che invece i aveva fatto provare il boss. I tre, poi, mi sembravano incredibilmente instancabili… forse il fatto di darsi il cambio permetteva loro di riprendere fiato e di “ricaricarsi”. Io, in compenso, ero ormai allo stremo delle forze.
Quando, alla fine, anche loro si stancarono, vollero però la ciliegina finale: il primo mi slegò le mani, avvicinò il suo uccello alla mia faccia, e mi tolse il bavaglio… io non volevo proprio, ormai non avevo più le forze, ma lui fu più duro, e mi costrinse a prenderglielo in bocca. Ebbi un sussulto di orgoglio, e per un attimo mi venne quasi la voglia di staccarglielo a morsi per vendicarmi di quello che mi avevano fatto, ma ebbi troppa paura: per ritorsione chissà cosa mi avrebbero fatto… magari anche ucciso, dopo indicibili torture! No, tutto sommato meglio sottostare per un ultima volta al loro volere… Gli feci il pompino che voleva, dopodiché, com’era ovvio, fui costretta a farlo ...