1. Tua…(Capitolo 9)


    Data: 11/02/2022, Categorie: Erotici Racconti, Cuckold Sensazioni Tradimenti Autore: Jay.ay, Fonte: RaccontiMilu

    ... “Beh? Mica è la prima volta che mi vedi a pecorina”, mi dice, come se nulla fosse successo, e entra in auto, sedendosi e allacciando la cintura. La raggiungo. “Jay…”, inizio a parlare, ma lei mi blocca. “Sh. Se questo ti ha fatto restare di stucco, allora che farai dopo?”, mi dice, divertita. “Che cosa hai in mente?”, le chiedo. Non risponde. Mi fissa, per tutto il tempo. Mi mette una mano sui bermuda, e resta ad accarezzarmi il cazzo gonfio e duro per tutto il tragitto. Per fortuna il ristorante è molto vicino ad Otranto, quindi dopo pochi minuti siamo già a destinazione. Il difficile è trovare posto per il parcheggio, ma dopo un po’ di giri riusciamo a parcheggiare e ci dirigiamo verso l’area della festa. Scendendo dall’auto, Jay tira fuori dalla borsetta il nastro di seta rosso che la sera prima ho usato per legarla. Lo lega in vita. “Visto che non avevo una cintura adatta, questo mi è sembrato molto più adatto”, commenta. “E poi…chissà a chi lo sventolerò”, aggiunge, alludendo al classico gesto del ballo della pizzica col quale la donna comunica all’uomo che la corteggia di accettare il corteggiamento soltanto consegnandogli il proprio foulard. Otranto ha un centro storico all’interno delle mura della città antica, e la parte principale della festa si svolge proprio nel centro storico e poco fuori dalle mura. Iniziamo a fare un giro per le bancarelle, poi sentiamo la musica in lontananza e iniziamo a seguirla. In poco tempo ci ritroviamo in una piazza nel centro storico, ...
    ... in cui è stato allestito un palco. Di fronte al palco la gente è già scatenata. Ci buttiamo nella mischia, e iniziamo a ballare. Jay, inizialmente, fa un po’ di fatica a tenere il passo, ma impara in fretta le basi e inizia a volteggiare tra la gente. In molti provano l’approccio, dato anche che io mi sono allontanato per gustarmela da lontano, e lei non si nega, ma ogni volta lascia che l’uomo si avvicini per poi scappar via. Mi avvicino io, iniziando a ballarle attorno. Le mie mani la sfiorano, restando larghe. Lei volteggia, balla, mi agita il nastro di fronte agli occhi. Si diverte. Mi caccia la lingua, come per farmi un dispetto. Infine, mi mette il nastro intorno al collo, lo fa scivolare via, mi prende per mano e mi porta fuori, quasi trascinandomi. Non mi parla, ma cammina, tenendomi stretto per mano. Capisco le sue intenzioni appena la vedo guardare in ogni vicoletto. Prendo l’iniziativa e vado io avanti. Conosco poco il centro storico di Otranto, ma ricordo di essermici perso una volta. La porto nella zona più vecchia, con le stradine più piccole. Troviamo un atrio, ben isolato. La spingo nell’atrio. “Siamo in casa di qualcuno”, commenta lei, direttamente nel mio occhio. “Lo so, ma ho voglia di te”, le dico, mettendole le mani sul seno e stringendolo con forza. Geme. Le sollevo la gonna. Ha le mutandine completamente zuppe di umori. Mi guarda negli occhi. Sorride. Il suo classico sorriso malizioso, di quando ha qualcosa in mente. Si abbassa, mettendosi accovacciata. ...
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