1. M’s story. Capitolo 3. Mansarda, nido d’amori


    Data: 07/01/2022, Categorie: Dominazione / BDSM Sesso di Gruppo Autore: LaraS, Fonte: RaccontiMilu

    ... portata a servire. Vedrai che se la guidiamo e addestriamo con delicatezza la vedrai ancora tante volte”.
    
    Quando la feci uscire dal bagno si era calmata del tutto e sembrava proprio pronta al nuovo gioco: che si stesse davvero accettando? La ricontrollammo: un colpo di spazzola ai capelli, un ritocco al mascara, le calze bianche da cambiare, i denti da lavare, il rossetto di un lievissimo rosa da ripassare. Le spiegai che doveva comportarsi come le avevo insegnato: in modo naturale, inginocchiarsi nel salutarlo, leccare la mano… intanto le facevo sempre tanti complimenti palpandole il bel culettino sodo, cosa che gradiva visibilmente. Luigi collaborava leccandole ogni tanto i capezzoli, quasi volesse che li avesse turgidi per la presentazione al mio amico. Insomma, le piaceva tutto, era tranquilla, annuiva o diceva “Sì, lo so”. Continuavo a ripeterle: “Se non ce la fai puoi piangere e chiedere a me di fermare tutto, ok?” “Sì, ok, ma state tranquilli… ora mi sento di provare… perché ho tanto caldo… e perché mi sento tanto amata da voi quando vi ubbidisco… voglio provare a farvi contenti… non farete brutte figure, ce la metterò tutta”. “Brava, sei bellissima sai?”, conclusi io: “Ora vai in ginocchio davanti alla porta ad aspettarlo e intento fai l’esercizio del ripensare. Manca pochissimo”.
    
    La vedemmo portarsi davanti all’ingresso, inginocchiarsi, mettere docilmente il visino contro il pavimento e fare l’esercizio mentale prescritto. Luigi la ammirava soddisfatto e mi ...
    ... strizzò l’occhio. Alle 18.35 il campanello suonò, Luigi andò ad aprire e io mi portai accanto ad M. Lei alzò il busto e guardò verso la porta, rossa per la vergogna ma senza timore. Daniele entrò sorridente e sereno, strinse calorosamente la mano a Luigi, un “Ciao!” a me e… porse un mazzo di profumatissime rose rosse tra le braccia della ragazza, ora inginocchiata davanti a lui. M. abbassò gli occhi ma fece un bellissimo sorriso: Dan era stato decisamente in gamba a pensare alle rose!
    
    Aveva 35 anni, alto 1.82, un fisico sportivo con spalle larghe, leggermente stempiato e con i primi capelli grigi che spuntavano qua e là. Si era laureato a pieni voti una decina d’anni prima e da allora lavorava come avvocato nello studio di altri due nostri amici, leggermente più grandi di lui. Ovviamente, vestiva in giacca bleu e pantaloni grigio scuro, con una cravatta a strisce perfettamente intonata. Come se fosse la cosa più naturale del mondo, mentre porgeva il dorso della mano alla lingua di M., commentò rivolto a noi allegramente: “Ah, ma siamo proprio agli inizi… è ancora senza collarino”. Da ottimo Master quale era, Dan aveva la capacità di rendere tutto più semplice e naturale, di sdrammatizzare tutte le situazioni. Lo invitammo in sala mentre si asciugava la mano con la pochette, lasciando M. dove era, ad abituarsi alla nuova situazione e a ripensare alla parola “collarino”.
    
    Tutti d’accordo prendemmo a conversare del più e del meno per togliere ogni tensione al momento, finché ...
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