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Madre e figlia
Data: 03/12/2021, Categorie: Etero Autore: liana, Fonte: RaccontiMilu
... non lo sono? L’hai detto tu: sono la tua puttana.’ Per tutta la notte ed il giorno seguente non facciamo altro che amarci. La figlia fa circolare la voce che la madre non si sente bene. Io mi faccio servire la colazione ed anche il pranzo nella mia camera. Magda, quando portano le cibarie, corre a nascondersi in bagno. Così è per i seguenti tre giorni. Io non sono stanco di pomparle il cazzo nella pancia e lei non mostra di esserne sazia. è la figlia ad interrompere il nostro fornicare. La sera del terzo giorno bussa alla mia camera. ‘Aprite. Sono Katya.’ Vado ad aprire. Lei entra e chiude la porta alle sue spalle. Poi si rivolge alla madre. ‘Non sei ancora sazia? Lo stai consumando. Esci dal letto e vai in camera che fra poco i tuoi colleghi verranno a trovarti. Vogliono sapere come stai. Io non sono riuscita ad evitarlo.’ Magda, sbuffando e dimostrandosi contrariata, scende dal letto, indossa la sua vestaglia e esce dalla stanza. Katya non resta ferma. Quando la madre è uscita, lei chiude la porta con la chiave, si avvicina e mi spinge facendomi cadere sul letto. ‘Ora tocca a me. Spero che quella ninfomane di mia madre non ti abbia prosciugato.’ Si sfila la vestaglia, sale sul letto e mi cavalca. Le sue magnifiche tette sono sotto i miei occhi. Lei si piega in avanti e me le sbatte sulla faccia. ‘Dai, prendile, sono tue. Lo so che ti piacciono.’ Sono più grosse di quelle della madre. Affondo il viso in quell’ammasso di soda carne e le mordo. ‘Ahia! Mi ...
... fai male. Vacci piano. Nessuno te le porta via. Le mie zizze saranno per sempre tue. Trattale bene perché dovranno allattare i nostri figli. Io e te diventeremo marito e moglie. Solo sposandomi potrai liberamente continuare ad albergare il tuo sparviero nel mio nido ed in quello di mia madre. ‘ Ho il suo pube contro il mio pube. Il mio cazzo che non ha perso la sua durezza si inalbera contro la sua pancia. Lei lo artiglia con una sua mano e lo guida fra le grandi labbra della sua pelosa figa. ‘Oggi farò di te il mio uomo.’ Solleva quel tanto che basta il bacino facendo in modo che il glande si sistemi meglio fra le grandi labbra; poi rotea il bacino e lentamente si fa penetrare. Un piccolo insignificante ostacolo si presenta durante l’avanzare del mio cazzo verso l’interno del suo ventre. Guardo il suo viso e vi vedo dipinta una smorfia poi più nulla. I nostri pubi sono l’uno contro l’altro. I suoi ricci peli si sono intrecciati con la corona di peli che circondano la base del mio cazzo. Sono dentro la sua pancia. Il mio glande è contro il suo utero. ‘Finalmente sono donna come lo è mia madre. Tu continua a stare fermo lascia che sia io a galoppare sul tuo cazzo. Ti ho dato la mia verginità ma non mi basta. Voglio che tu mi spacchi l’utero; me lo devi frantumare; lo devi innaffiare con il tuo liquido seminale; mi devi mettere incinta. Io da te mi staccherò solo quando sarò sicura che mi avrai fecondata. Datti da fare e vedrai che ci riuscirai.’ ‘Come posso farlo? ...