1. "carnalità...ovvero sperduti in campagna nel caldo torrido di fine luglio"


    Data: 01/12/2021, Categorie: Sesso di Gruppo Autore: quartofederico, Fonte: Annunci69

    ... lasciavano immaginare la perfezione di tutto il resto. La feci girare verso la platea, da dove partì uno strepitoso applauso. Io, inorgoglito, mostrai anche il suo didietro: il culo, bello alto e ben tornito, completava l’opera d’arte della natura.
    
    Finito con Sara, mi avvicinai a Marisa, che ancora indossava il vestito e, con un’operazione analoga alla precedente, lo feci scivolare sul pavimento.
    
    Una breve giravolta ed anche in suo omaggio si sollevò un sonoro applauso
    
    Marcello si alzò dal divano, tolse lo slip e lo lanciò a Sara, che lo afferrò al volo e se lo portò al viso, per annusarlo.
    
    Un gesto che provocò non poca eccitazione in tutti i noi, ma anche Marisa, non fu da meno, e si accaparrò
    
    quello di Eddy, di Lorenzo ed il mio.
    
    Sara con la velocità di una pantera si fiondò sull’ultimo a disposizione. Quello di Filippo, il più giovane.
    
    Ormai era l‘ora dell’aperitivo. Un prosecco bello freddo, che Marcello stappò e versò nei flute presi dalla credenza; per scherzo feci notare che mancava qualcosa di stuzzicante per accompagnare l’aperitivo e, senza mezzi termini, tirai a me Sara, la feci piegare in avanti e le leccai la sua bellissima e succosissima gnocca.
    
    Praticamente creai uno scompiglio! Tutti e cinque, prendemmo le nostre donne e le leccammo ben bene e, quando giunse il mio turno con Marisa, indugiai molto di più sul buco del culo che, oltre ad essere profumato, si rivelò pure molto disponibile alla dilatazione.
    
    A Marisa e Sara che ...
    ... reclamavano, offrimmo le nostre ”fave”.
    
    Quando mi si avvicinò Sara, per il suo stuzzichino, non si limitò a leccarlo e baciarlo, ma, mordicchiandomi la cappella, mi disse sottovoce “Sei un porco”.
    
    “CHE STRANE LE DONNE” mi venne da pensare.
    
    Ormai al caldo afoso di quella sera di luglio, si era unito quello della nostra passione.
    
    Marcello prese per mano Sara e le chiese di accompagnarlo giù in cantina a prendere il vino:
    
    Un attimo di esitazione nello sguardo della mia donna, mi fece percepire che attendeva il mio consenso, ma Marisa, con fare rassicurante, la spinse tra le braccia del marito. Prima di varcare la porta, Sara mi rivolse un'occhiata che definirla maliziosa mi sembrò pleonastico.
    
    Marisa, vedendomi dubbioso, mi si avvicinò e mi sussurrò:
    
    “Sta tranquillo... non sbrana” e, mimando con la mano la zampa di un animale feroce, aggiunse: “Dopo
    
    gli renderemo pan per focaccia”.
    
    Erano scesi giù in cantina da un bel po’ ed io, con un po' d'ansia, avrei voluto raggiungerli, ma di nuovo mi trattenne la padrona di casa.
    
    “Aspetta... lasciali stare... te l’ho detto, avremo modo di vendicarci”.
    
    “E come?" risposi.
    
    Si girò e si strinse a me di schiena.
    
    “Il culo, a lui, non lo do da un secolo”.
    
    Comunque, la famigerata porta si riaprì, lasciando passare i due. Dal viso purpureo di Sara e dal cazzo duro e bagnato di Marcello, era chiaro che qualcosa era successo.
    
    Me lo rivelò Sara il giorno dopo: appena giunti giù in cantina, Marcello l’attirò a sé e le ...
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