1. "carnalità...ovvero sperduti in campagna nel caldo torrido di fine luglio"


    Data: 01/12/2021, Categorie: Sesso di Gruppo Autore: quartofederico, Fonte: Annunci69

    Ultimo fine settimana di luglio, caldo torrido, hai insistito per trascorrerlo fuori.
    
    Hai detto a tuo marito che volevi stare un poco da sola. Ci accordiamo, e venisti a prendermi sotto casa con la tua Smart. Solo un cambio di biancheria ed una camicia.
    
    Io pantalone di lino chiaro e camicia blu; tu vestitino leggero, come sempre senza reggiseno, con le tue stupende tette sode, dritte e capezzoli duri, che si ergevano da sotto la stoffa.
    
    Per scherzo ti chiesi che mutande portavi, mi dicesti "Un tanga".
    
    “Vuoi vederle?” chiedesti “Anzi, aspetta... me le tolgo”
    
    “Sei matta?” le sussurrai
    
    “Aspetta che lo faccio per davvero” fu la tua risposta.
    
    Rallentasti, accostasti al ciglio della strada e, senza nessun ripensamento, ti alzasti il vestito e. sollevando appena appena il culo dal sediolino. ti sfilasti l’indumento e me lo buttasti in faccia. Mettesti la freccia, guardasti dallo specchietto e ripartisti.
    
    Il vestitino era appena scivolato sulle gambe, coprendo solo in parte qualche centimetro sotto l’inguine. Allungai la mano sinistra e ti carezzai la coscia. Guidavi in modo spedito con la solita aria decisa che ti ha sempre contraddistinta.
    
    Hai preferito strade secondarie per evitare il traffico.
    
    Ti guardavo: la freschezza dei tuoi 30 anni contrastavano con il mio essere maturo. Ma a te andava bene così; mi sei sempre piaciuta molto e mi facevi sentire ringalluzzito.
    
    Ci conosciamo da poco più di un mese, ma già dalla prima sera ci siamo piaciuti e ...
    ... siamo andati a letto assieme.
    
    E dire che a quella manifestazione doveva venirci il mio collega.
    
    Io al destino ci credo. Comunque questo è il nostro primo fine settimana assieme.
    
    Abbiamo percorso una quarantina di chilometri ed abbiamo appena attraversato un centro abitato (si fa per dire: quattro case ed un negozio), trovandoci, praticamente, su una strada provinciale costeggiata dalla campagna a destra e a sinistra.
    
    Ad un tratto la macchina cominciò a fare le bizze, prima due o tre sobbalzi, poi si fermò. Provasti a farla ripartire, niente da fare: il motorino di avviamento girava a vuoto e non ne volle sapere.
    
    Ad un tratto imprecasti; ti ricordasti che la spia del carburante non funzionava.
    
    “Accidenti! Siamo senza benzina, come cazzo si fa in mezzo a questa campagna sperduta?”
    
    Io sorrisi; vederti arrabbiata era uno spettacolo.
    
    “Che hai da ridere? Proprio non lo capisco” poi ti calmasti, spingemmo l’auto e la fermammo in una lieve rientranza della strada. Avevamo tutti e due i cellulari con lo stesso gestore, e, in questa zona, non c’era campo.
    
    L’unica cosa da fare? Io presi il mio zainetto, tu la tua borsa, chiudemmo l’auto e ci incamminammo nella speranza di incrociare qualcuno.
    
    Percorremmo a piedi un paio chilometri, ad un tratto vedemmo in lontananza un casolare in mezzo alla campagna.
    
    Decidemmo di raggiungere quella casa per chiedere aiuto. Camminammo per un altro quarto d’ora, e ci accorgemmo che la casa era più una cascina, che una ...
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