1. "carnalità...ovvero sperduti in campagna nel caldo torrido di fine luglio"


    Data: 01/12/2021, Categorie: Sesso di Gruppo Autore: quartofederico, Fonte: Annunci69

    ... uomini; anche se potrebbe sembrare che il gioco lo conducano loro, in realtà saremo noi ad utilizzarli per il nostro piacere”.
    
    Sara non rispose, ma il rossore, che man mano avvampava le sue guance, dimostrava il suo coinvolgimento nell'avventura che si prospettava.
    
    Sara ubbidiente? Non avrei mai scommesso su questo suo lato, comunque, vestendo i panni di una buona cameriera, cominciò ad apparecchiare la tavola.
    
    “Senti, Sara, - la chiamò Marisa - togli le mutandine!” le disse.
    
    “Non le porto, ma perché?” così dicendo, si alzò il vestito per dimostrare che era vero.
    
    “Non ne hai con te?" Chiese ancora, Marisa.
    
    “Certo che sì... le ho in borsa, ma mi dici perché?"
    
    “Prendile e mettile sull’attaccapanni, vicino alle mie; questo è il segnale della tua disponibilità, per mio marito e per gli altri".
    
    Sara eseguì le indicazioni impartitele e continuò ad apparecchiare.
    
    I posti erano già stabiliti: le donne a capotavola; io alla destra di Sara, mentre il marito di Marisa, alla sua destra; gli altri, uno lo avrebbe stabilito Marisa, uno Sara e uno il marito di Marisa.
    
    Tutta questa organizzazione mi faceva pensare ad un rituale già sperimentato, e, sicuramente, non ideato dalla mente di una contadina e da suo marito. C’era qualcosa che ancora non sapevamo, ma che poi avremmo sicuramente scoperto.
    
    Mentre Sara finiva di apparecchiare, Marisa mi venne vicino.
    
    “Posso?” e, senza aspettare risposta, cominciò a sbottonarmi la camicia, poi proseguii io, fino a ...
    ... sfilarla.
    
    Nel mentre, abbassò la mano e cominciò ad accarezzarmi la patta con il palmo della mano, e si accertò della consistenza nascosta al disotto.
    
    “Ah, però? “esclamò.
    
    La lasciai fare e, supportato dallo sguardo complice di Sara, afferrai il suo culo, a due mani: decisamente bello, alto e sodo, da provare.
    
    “Sara, sempre così pronto il tuo uomo?” chiese.
    
    “Sta' in guardia - suggerì lei - se non stai attenta, si prende il dito con tutta la mano” disse ridendo e lanciandomi una occhiataccia d'intesa.
    
    Comunque, la signora aveva intuito di aver trovato pane per i suoi denti.
    
    Incurante dell’avvertimento di Sara e non sottraendosi al mio abbraccio, la sua mano, che inizialmente carezzava soltanto, cominciò a stringere il mio cazzo duro, coperto dalla stoffa dei pantaloni.
    
    Strinse così forte da farmi male, e reagii dandole una pacca a mano aperta, che, se fosse partita a culo nudo, le avrebbe stampato le cinque dita sulla pelle.
    
    Il gesto, invece di farla risentire, sembrò eccitarla di più, al punto che si girò e mi diede un bacio in bocca, con tanto di lingua esploratrice.
    
    Questo, unito al sorriso di Sara, le fece intendere che eravamo in partita e, soprattutto, pronti a giocarla.
    
    Verso le diciotto, sentimmo arrivare un'auto. Parcheggiò nell’aia e, dalla finestra, vedemmo scendere i quattro uomini.
    
    “Eccoli” disse Marisa, aprendo l’uscio.
    
    Vedendo me e Sara, restarono un attimino sorpresi, ma Marisa spiegò loro perché eravamo lì, sottolineando che ...
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