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Una moglie per bene nell’abisso della completa sottomissione (6)
Data: 12/10/2021, Categorie: Prime Esperienze Autore: sesamoandmia, Fonte: Annunci69
... per la stessa ragione, facevo in modo da raccogliere sempre un dépliant ogni volta che si avvicina un cliente chinandomi in avanti in modo da allargare la mia scollatura e mostrando completamente il mio seno. Molti degli avventori non si limitarono soltanto a guardarmi, ma qualcuno mi accarezzò una coscia, qualcun altro,più azzardato mi scostò il babydoll per guardami meglio nella scollatura e qualcun altro mi sollevava il vestito per guardare meglio il mio sesso ed io docile e sottomessa glielo permettevo. “Écarte les jambes – mi disse uno di loro accovacciandomisi davanti – et laisse-moi voir ta chatte.” Non capii subito cosa volesse dire e lo guardai in modo interrogativo, così mi prese con le mani le ginocchia e me le allargò. Ancora una volta ubbidiente, assecondai i suoi movimenti allargando le gambe e lasciandogli guardare il mio sesso da pochi centimetri. “Belle chatte! – continuò – après pourrai je l'essayer dans le glory hole?” Di quelle parole capii solo l’ultima perché era quella che mi aveva detto Gaston poco prima, comunque feci cenno di sì con la testa. Lui si rimise in piedi e ridendo con alcuni suoi amici entrò nel locale . Non so quanti uomini si avvicinarono e non so nemmeno quante mani mi accarezzarono ed io lasciavo fare senza ribellarmi. Le riviste erano quasi tutte lì e pensai che ne avevo distribuite davvero poche. “Professoressa” quella parola detta a voce alta e all’improvviso mi fece sussultare allora Gaston non si ...
... sbagliava. Alzai lo sguardo e Cosimo si materializzò insieme a due altri suoi amici. Restai impietrita e spaventata. Ora avevo la certezza che l’ultimo che mi aveva sodomizzata fosse proprio lui. “Certo che passare dall’università alle strade di Pigalle è un bel salto – continuò – dalla sera in cui tuo marito ti ha portata in quel ristorante e offrivi le tue gambe inguainate dalle calze e il tuo sesso agli amici seduti a tavola con me non è passato molto tempo.” Dunque era lui che avevo visto seduto alla tavola di fronte a noi. Come avevo fatto a non riconoscerlo? Quanto sono stata stupida! Quella sera, con quel gesto, avevo firmato la mia condanna. Lo vidi parlare con i suoi amici di me e della mia vita prima di venire a Parigi. Parlava come se io non esistessi o fossi un oggetto da comprare o semplicemente da usare al momento, indicandomi di tanto in tanto. Per un istante si fermò e vide la mia cavigliera. Indicò quella e gli orecchini agli amici dicendo ancora: “A quanto pare la seria professoressa è diventata la moglie puttana che ho sempre immaginato che fosse.” Mi si avvicinò e mi accarezzò una spalla, poi, piano, mi scoprì un seno chiedendo a uno degli amici di fotografarlo con me accanto. “Sorridi – mi disse mettendomi al mio fianco e scoprendo completamente i miei seni mentre l’amico faceva qualche foto – una puttana sorride sempre vicino al suo cliente.” Disse ad alta voce e sfacciatamente facendo in modo che tutti sentissero. “Ma non dovrei ...