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Una moglie per bene nell’abisso della completa sottomissione (4)
Data: 06/10/2021, Categorie: Prime Esperienze Autore: sesamoandmia, Fonte: Annunci69
... una professionista del sesso?”. “Sì, signor Gaston.” Ero ormai in suo potere. “Ti lascerai trasformare in una volgare puttana sottomessa come mi ha chiesto Cosimo?” Cosimo, il nostro vicino di casa, sarei stata la sua puttana, la sua schiava. Ero spaventata e nello stesso tempo eccitata, ma non esitai. “Sì, signor Gaston.” e capii che cosa fossi diventata. “Lascerai che qualunque sia il tuo padrone del momento possa offrire il tuo corpo senza protestare e senza indugiare?” Mi incalzò. Realizzai di essere solo una cosa nelle mani di un padrone, Gaston o Cosimo non faceva ormai più differenza e anziché cercare una via di fuga ripetei ancora come ipnotizzata “Sì signor Gaston.” Rodolfo camminava dietro di noi ed io, sua moglie, stavo scivolando in un abisso di una perversione che mi faceva paura, ma che nello stesso tempo mi attirava. “In questi giorni ti offrirò di nuovo ad altri uomini che proseguiranno la tua iniziazione, persone dei ceti sociali più bassi che non avresti mai degnato di uno sguardo. Ti obbligheranno a assecondare i loro desideri più perversi e tu come una cagna ti piegherai a quelle richieste. Ora non fermarti – disse tirandomi per un braccio – dobbiamo dare una svolta definitiva al tuo abbigliamento e alla tua nuova vita.” Lungo la strada notai diverse ragazze semivestite che si sporgevano da entrate di diversi locali. Le trovavo volgari indecenti e sicuramente lo erano, ma mi rendevo anche conto che perfino io lo ero e di ...
... certo non avrei potuto sembrare tanto diversa da loro. Sempre tenendomi abbracciata ci dirigemmo verso un grande negozio che, a prima vista, mi dava l’impressione di una delle tante attrazioni a sfondo sessuale della zona dove tutto era o sembrava solo un affare. Man mano che ci avvicinavamo però notavo sempre più dei particolari che, se dapprima mi sembravano accostarsi al mondo della moda, ad una messa a fuoco più attenta e precisa, capii cosa fosse: un grande sexy shop. Non volevo entrarci, ne avevo visti nella mia città, principalmente in periferia e avevo sempre avuto la sensazione che fossero dei luoghi dove la trasgressione fosse solo un piccolo e innocente gioco, un gioco per chi vuole provare qualcosa di diverso, ma che in fondo restava sempre un gioco, non avrei mai pensato che invece potesse nascondere depravazioni più profonde e intense. L’insegna fuori era riduttiva, sembrava più un supermercato del sesso. Un’ampia bussola all’ingresso ed in un angolo una ragazza vistosa dalle tette traboccanti, seduta su uno sgabello e vestita solo con un miniabito dalla gonna quasi inesistente distribuiva dei dépliant. Me ne porse uno. Gaston mi obbligò a ritirarlo. La ragazza mi squadrò da capo a piedi e, sorridendo, chiese a Gaston “è nuova del giro?” Parole che mi scossero e soprattutto la sua risposta. “È una signora per bene che vuole provare delle emozioni un po’ forti … vai dal tuo boss e digli che sono arrivato”. Gaston sembrava sicuro di ...