Un tragico equivoco
Data: 13/09/2021,
Categorie:
Etero
Autore: geniodirazza, Fonte: Annunci69
... raccontare, almeno per sommi capi, le mie malefatte a mio padre che divenne livido, mi tolse il saluto e per molti mesi mi guardò come una pubblica latrina sporca; vissi alcuni anni in casa con loro, guardata a vista, costretta a scegliere una sorta di clausura per non trovarmi abbandonata a me stessa ad affrontare il carcere; la pugnalata più dolorosa me la inferse mia sorella Elena, più piccola di me di due anni.
In una serata di sincerità, per troppo alcool bevuto e qualche canna, mi confidò che Alfredo aveva saputo immediatamente dei miei tradimenti; ne aveva parlato, per consigliarsi, con mia madre che lo aveva pregato di non infierire, sperando mi ravvedessi; poiché lei aveva grossi problemi col marito, un bamboccio con un pisello da quattordicenne, lo aveva istigato a prendersi lei al posto mio; mentre io gli facevo qualche corno, una trentina di copule in un anno, lui viveva con Elena una storia d’amore.
Mi sentii ribollire il sangue, ma soprattutto perché avevo dimostrato ancora una volta la stupidità dell’eccitazione contro l’intelligenza del buonsenso; quando accennai la cosa velatamente a mia madre, si limitò a osservare che ci sono i cretini che rovinano i buoni matrimoni e le persone di buonsenso che salvano quelli rovinati; capii che forse anche nell’annunciata maternità di Elena c’era lo zampino del mio ex marito che però non era più ...
... ben accetto, dopo il divorzio, in casa dei miei e da Elena.
Incuriosita dalle nuove rivelazioni, decisi di scoprire cosa avesse fatto Alfredo della sua vita; un sabato mattina, uscita con mia sorella per il mercato settimanale, la pregai di coprirmi per un’ora e andai alla casa che era stata la nostra; al suono del campanello, mi aprì una bellissima ragazza, nella quale stentai a ritrovare Nella, una delle più care amiche dell’adolescenza; mi riconobbe e chiese meravigliata come mai fossi lì; le dissi lealmente che avevo voluto vedere come avesse risolto il mio ex marito.
“Semplice; forse persino banale; da ragazze, ne ero innamorata quanto te ma lui ti preferì; lavorando nello stesso istituto, seppi che era di nuovo libero e disponibile; non esitai a concupirlo; ci siamo sposati ed abbiamo un meraviglioso bambino. Tu, invece, hai risolto?”
“No; è l’ultima verifica della differenza tra una velleitaria impreparata e stupida e invece un autoritario cosciente e di buonsenso; anche il figlio è un discrimine che gioca contro di me; se non supero la ’sindrome di Peter Pan’, non crescerò mai e non mi realizzerò. Salutalo e fagli gli auguri da parte mia; se non ti offendi, digli pure che sono stata una troia imbecille, ma che ho dato e preso solo sesso brutale e inutile; l’amore, quello che ti fece sconfiggere, è ancora intatto e del tutto inutile. Ciao.”