Un tragico equivoco
Data: 13/09/2021,
Categorie:
Etero
Autore: geniodirazza, Fonte: Annunci69
... imperativo del campanello di casa mi gelò il sangue e il sesso; non capivo chi potesse arrivare a quell’ora impossibile; indossai l’accappatoio sbagliando spesso per frenesia, mentre colpi durissimi venivano battuti sulla porta di casa e una voce stentorea urlava ‘aprite, Polizia’; tremavo mentre andavo all’uscio; diedi uno sguardo a mio marito, lo vidi quasi sorridere e temetti il peggio.
Appena aprii il battente, me lo vidi sbattuto in faccia da una spinta vigorosa.
“Chi è lei? Dov’è il signor Alfredo?”
Cercavo di balbettare una risposta, ma due poliziotti entrarono come furie e si diressero alla camera; quando videro mio marito ammanettato, uno dei due parlò in una radio portatile e disse a qualcuno che la denuncia era vera, intervenissero col magistrato; cercavo di parlare, ma mi accorsi che balbettavo soltanto; con modi rozzi e bruschi chiesero chi fossi; ‘la moglie’ risposi; chi era l’estraneo; seppi dire solo il nome e questo li inferocì.
“Allora per adesso abbiamo una violazione di domicilio in complicità e un sequestro di persona in complicità; siete in stato di fermo entrambi, per flagranza di reato … “
“Stavamo solo giocando … “
Cercai di mormorare.
“Se suo marito stava giocando con voi, perché ha denunciato il sequestro di persona?”
La verità mi si aprì all’improvviso; mio marito aveva avviato la sua vendetta; non era a conoscenza delle corna che gli avevo fatto per un anno; aveva saputo tutto da me quella sera e, pazientemente, aveva ...
... sopportato le umiliazioni; giunto al punto di rottura, aveva approfittato della nostra assenza e della mia stupidità perché gli avevo lasciato il telefonino nella tasca dei pantaloni; aveva denunciato il sequestro di persona e la polizia era intervenuta.
“Che posso fare adesso?”
La domanda accorata era stata rivolta all’ultima persona a cui rivolgermi, mio marito; ancora una volta misurai la capacità di umiliarmi apparendo salvatore.
“Visto che aspettano il magistrato, chiama tuo padre, confessagli le colpe e chiedigli di salvarti … “
Naturalmente mio padre era l’ultima persona a cui avrei voluto rivolgermi; ma, in quelle condizioni, il magistrato mi avrebbe fatto fermare e arrestare; solo un avvocato di successo come lui poteva soccorrermi; lo chiamai; l’ora impossibile, il tono accorato della mia voce e qualche accenno che gli feci rinviando a dopo la confessione fecero sì che nel giro di venti minuti erano a casa mia lui, mia madre e mia sorella.
Era arrivato anche il magistrato,che mio padre conosceva; sintetizzò la situazione in un reato flagrante di sequestro di persona, uno ipotizzabile di violazione di domicilio perché la casa era di proprietà unica di mio marito e io ci avevo portato uno tale sconosciuto, perfino a me stessa; se Alfredo presentava denuncia, l’arresto era conseguente immediatamente; se rinunciava, potevo essere affidata ai miei in attesa del processo inevitabile; mio marito non denunciò a patto che andassi via e divorziassimo.
Dovetti ...