1. Sfogo di una donna per bene


    Data: 24/05/2018, Categorie: Comici Autore: PabloN, Fonte: EroticiRacconti

    ... tenete ragione. Questa cosa mi farà impazzire. Farò come dite voi. Cercherò nuovamente di parlare con la picciotta con tatto e calma. Ora vado. Ma dovreste provarvi la febbre. Tenete una faccia russa che pari nu pipi ardenti!”
    
    “ Lo farò signora mia, siatene certa”
    
    “ Allora vi saluto. Grazie ancora”
    
    Finalmente la comare si alzò, impustò la seggiola e niscì, sempre ringraziando.
    
    Come preso da febbre malarica lo Spataro si mise a tremare, premette il bottone che chiudeva la serranda e, dopo così lunga e penosa ( si fa per dire) attesa si abbandonò a quel piacere soave. Sussultò più volte, emettendo un sospiro prolungato e liberatorio mentre guardava in basso, come a scrutare qualcosa nascosto dietro il banco.
    
    In effetti qualcosa c’era, nascosto dall’antico legno intarsiato. Meglio, qualcuno.
    
    Terminati i sussulti, lentamente, una figura emerse. Una donna. Meglio, una ragazza.
    
    Scivolò verso l’alto tenendosi ai fianchi dello Spataro, risalendo di fronte a lui. Il rossetto ormai diffuso ben oltre le labbra, un rivolo appena accennato di un liquido biancastro ed appiccicoso che colava ai lati della bocca.
    
    Spataro la guardò. Con un dito portò quella sostanza alla sua bocca socchiusa. Lei allungò la lingua e nettò le dita dell’uomo, senza mai distogliere gli occhi dai suoi.
    
    “Lo sai, vero, che mi farai morire?” disse lui ridendo
    
    “ Ahh dottore dottore!” disse ...
    ... lei scimmiottando Donna Lucia
    
    “ Voi vi sottovalutate, Dottore! Mi sa che ci vuole altro per ammazzari a vossia…o sbaglio?”
    
    La guardò. Aveva la vita negli occhi, e non solo. Non sapeva per quale ragione avesse scelto lui, piuttosto che uno dei giovanotti che si scioglievano al suo passaggio.
    
    Rimise la sua dotazione da guerra nel fodero, seppure a malincuore. Avrebbe preferito riporla in altra elsa, ma la situazione richiedeva prudenza.
    
    “ Angela, lo sai che devi andare vero?”
    
    “Mi cacci, dottore?” chiese lei simulando una facciotta offesa.
    
    “ Lo sai che non ti lascerei mai andare, curù! Ma non possiamo correre rischi. Hai sentito la tua illustre zia, a schifio finisce!” disse lui ridendo e sollevando un dito alla mannera di Fra Cristoforo.
    
    Le accarezzò il viso. Non si capacitava di come potesse indurgli il più impudico dei desideri e, nel contempo, la più grande tenerezza.
    
    “ Si lo so. Macari io non me ne andrei mai. Ma hai ragione. È tempo di tornare. E affrontare Donna Lucia”.
    
    Scese dal bancone e, ancheggiando, si diresse verso il retro della farmacia. Apri la porticina che si affacciava sul vicolo e, voltatasi un’ultima volta verso Vincenzo Spataro, gli mandò un bacio, uscendo nella strada.
    
    Lui rimase lì, con il sorriso sulle labbra e la felicità nel cuore, ascoltando la voce gioiosa di lei ripetere mentre si allontanava
    
    “Ahhhh dottore dottore….” 
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