In vacanza, in spiaggia, leggo un libro (part 1)
Data: 18/05/2018,
Categorie:
Prime Esperienze
Autore: tamerlano_, Fonte: Annunci69
... dischiudersi.
Ma perche’ penso ancora a quegli occhi? E perche’ quegli occhi si stanno trasformando in mani nei miei pensieri? Perche’ i miei capezzoli sono ancora cosi’ duri?
Mentre lo penso una mia mano sale verso il bikini per sfiorare quella sporgenza turgida. Solo un attimo, per vedere se provoca lo stesso brivido di prima.
Nel farlo le mie palpebre si contraggono, un brivido percorre l’arco della mia schiena fino alle natiche e piu’ giu’, la mia mascella trema ed i muscoli della mia mano fremono. Devo impedirle di proseguire verso il basso. Il mio labbro inferiore sparisce tra i denti.
E’ in quel momento che sento un tocco lungo il fianco. Quasi affogo per lo spavento, inizio a divincolarmi, pensando di aver sbattuto contro qualche creatura acquatica. Ma piu’ mi divincolo piu’ scivolo nella sua morsa, finche’ sento una voce che mi dice di calmarmi, che “non e’ niente”.
Solo allora mi rendo conto di ritrovarmi nell’abbraccio di qualcuno che mi cinge da dietro, tenendomi a galla. Non ho bisogno di guardarlo. So chi e’.
“Ok ma lasciami ora”.
Le mie gambe non stanno facendo alcuno sforzo per tenermi a galla. Bastano le sue braccia.
Sento invece le sue gambe muoversi con forza controllata.
Lotto per un po’, cerco di divincolarmi, ma lui non molla la presa.
“Tranquilla, sei al sicuro”.
La pelle liscia di lui resa fluida dal mare e’ vellutata quasi come i suoi occhi chiari.
Noto il suo braccio asciutto che mi tiene con delicatezza e ...
... fermezza cingendo il mio ventre, giusto sotto il mio seno. Il bikini si e’ un po’ spostato, svelando la pelle chiara sotto un mio seno. I capezzoli, spinti in alto dalla pressione del braccio, sono come piccoli coni d’incenso che bruciano sotto il tessuto.
Smetto di lottare, la mia voce recupera la naturale dolcezza.
“Ti ringrazio. Scusa mi sono spaventata”.
Non risponde.
“Puoi lasciarmi andare ora, so nuotare”.
Le mie parole escono lentamente dalle mie labbra. Sempre piu’ lentamente, mentre prendono gradualmente coscienza dell’erezione che spinge contro il mio sedere. Lultima parola e’ un sussurro, accompagnato da una sua mano che aderisce alle mie costole, percorrendole verso l’alto, insinuandosi sotto il bikini, fino al mio capezzolo.
Sussulto con imbarazzo, tirando in su il mento. Non c’e’ resistenza nella mia reazione. Dal capezzolo si irradiano scosse che raggiungono ogni centimetro della mia pelle.
Allento i tendini, lascio che il mio sedere si poggi su quell’erezione portentosa che lo brama.
Gemo.
Poi pero’ mi riprendo.
Metto a fuoco la situazione. Sono una ragazza di 32 anni e lui e’ un ragazzino di 20 anni che mi ha teso un’imboscata. Non saro’ una delle turiste arrapate che si fanno scopare per hobby.
“BASTA”, lancio una gomitata patetica dietro di me.
“Lasciami o ti denuncio. Per chi mi hai presa?”. Ricomincio a divincolarmi, so che cosi’ rischio di spingere entrambi sul fondo, ma non mi interessa. Non posso sperare che qualcuno ci ...