Una moglie in autogrill
Data: 08/05/2021,
Categorie:
Sesso di Gruppo
Autore: ReGiallo, Fonte: Annunci69
... parte posteriore: quella riservata per la maggior parte ai camionisti. Lì, di solito, ci sono i parcheggi più bui e le costruzioni adibite a doccia e cessi per i grandi viaggiatori delle autostrade italiane. Quello era il posto perfetto per curare il mio disturbo intimo anche se, onestamente, la metafora della cacciatrice non era proprio calzante. Da molti punti di vista il mio ruolo sarebbe stato molto più simile a quello della preda, altroché! Con il cuore che ora batteva ancor più forte, condussi la macchina dietro allo stabilimento più illuminato e parcheggiai alle spalle della struttura principale. Mi guardai intorno. Il parcheggio era più trafficato di quello che immaginavo: una decina di grossi rimorchi sonnecchiavano sotto alla fioca luce del lampione; vi erano un paio di macchine e tre camper. Mi guardai nello specchietto retrovisore e ammiccai al mio riflesso per augurarmi buona fortuna. Scesi dalla macchina sistemandomi gli shorts. Non mi andava di portarmi appresso la borsetta quindi la nascosi sotto al sedile posteriore; chiusi le portiere ma senza la chiave elettronica, poi, mi incamminai verso i bagni. Era facile riconoscerli dato che erano esattamente uguali in ogni autostrada. L’ingresso solitamente era comune ma poi si divideva in due zone, quella delle signore, e quella dei maschi dall’altra.
Avvicinandomi all’edificio distinguevo diverse figure ferme davanti alla porta d’ingresso. Salì i pochi gradini e mi ritrovai illuminata dalla lampada al neon ...
... incastonata nella parete. Due di quelle figure erano uomini sovrappeso che fumavano appoggiati alla parete. Erano intenti a chiacchierare ma quando gli passai di fianco si zittirono. Potevo sentire il loro sguardo pesante scansionarmi. “Buona sera!” Dissi loro accentuando di molto il tono allegro. Non risposero ma sgranarono gli occhi, uno dei due si portò d’istinto la mano libera dalla sigaretta sul pacco. Fu come se avesse percepito i miei ormoni smossi. Era stata una magia, forse! Li lasciai alle spalle entrando nell’edificio; mi ritrovai nel piccolo atrio adibito all’attesa e allo smistamento. Davanti alla porta dei servizi femminili c’era una signora che teneva per mano quella che immaginai essere la figlia. La bambina sbadigliava e nascondeva la faccia nell’abito della madre. Questa, invece, mi lanciò un'occhiata in cui riconobbi un altezzoso giudizio di disapprovazione. Io contraccambia lo sguardo e mi limitai a sorriderle; non ero di certo una persona preoccupata del giudizio altrui. Avevo sicuramente quella che per molti poteva essere una moralità discutibile, ma ero felice proprio perché vivevo in accordo con questa consapevolezza. E comunque, quella sera, non poteva proprio fregarmi un cazzo di cosa pensasse quella donna di me. Ero in missione di auto salvataggio. Passai oltre ed entrai nella zona riservata ai maschietti.
Mi accolse il riconoscibilissimo odore dei bagni pubblici. Il pavimento, almeno quello al centro della stanza, sembrava essere stato pulito da ...