1. Padroni e schiave cap. 2


    Data: 27/04/2021, Categorie: Dominazione / BDSM Autore: Koss, Fonte: RaccontiMilu

    ... toccata scottava. – Lei la ricatta…, il lavoro, lei è un mostro. – Giulio sorrise ancora, mefistofelico. – No, mia cara, le assicuro, che è una libera scelta, lei fa quello che voglio io perché le piace e lo fa con me perché mi adora, ormai da trenta anni. – – Non ci credo. Non è possibile. – – Appena ritorna glielo dimostro. – – E non è neanche la sua amante. – – Quando voglio faccio sesso con lei, è uno dei suoi doveri, ma è solo una schiava. In verità sto cercando un’amante. – – Lei…, lei sta cercando un’amante, non le basta la sua segretaria? – – No, sono ruoli diversi. Mi parli di lei. – Eleonora si ritrovò ad essere incalzata dalle domande e confessò che si chiamava Eleonora, che era una vedova e che da quando era morto suo marito, a cui era stata sempre fedele da quando da ragazza si erano fidanzati, praticamente l’unico uomo della sua vita, si era messa l’anima in pace. – Non è possibile – replicò lui, – una donna ancora così giovane e tanto bella. – Eleonora arrossì, ma stavolta di piacere. Lui l’aveva scrutata tutto il tempo con attenzione, bella era bella, anche fine, sembrava molto delicata, una di quelle donne che dava l’impressione che se la toccavi si poteva rompere. Ma Giulio l’aveva anche toccata e aveva sentito che era soda oltre che morbida e aveva sentito anche qualche muscolo, sotto la sua mano, guizzare.
    
    La porta scorrevole del salottino si aprì e Anna ondeggiando sugli alti tacchi e con i due bicchierini in mano rientrò. Eleonora si stava ancora ...
    ... chiedendo come aveva fatto ad imbarcarsi in quella discussione. Anna porse un bicchierino a Giulio, che lo prendeva amaro, e poi l’altro alla signora. – Vuole lo zucchero? – – Sì, grazie. – Anna le porse una bustina e un menarello e mentre Eleonora rigirava il suo caffè si mise a sedere, composta come prima. Giulio lasciò che si accomodasse e poi – Eleonora non crede che tu sia la mia schiava. – – Si… Signore – balbettò Anna. Giulio si comportò come se non l’avesse sentita. – Penso che dobbiamo convincerla…, una piccola dimostrazione. – Anna capì che era inutile opporsi ed ormai il momento iniziale di imbarazzo era passato, e poi lui aveva svelato il suo segreto, quindi era tutto messo in chiaro. Era una veterana e in quelle situazioni si era già trovata molte volte. – Cosa vuole che faccia Signore. – Eleonora li guardava a bocca aperta, ora uno ora l’altra, tentò di dire che a lei non interessava niente di tutto ciò, ma lui le mise di nuovo la mano sulla coscia e stavolta strinse, come un Padrone che tasta la sua giumenta. Le dita affondarono nelle sue carni e lei sentì la sua forza, non le faceva male, anzi… era piacevole, ma era anche implacabile. Stette zitta. – Mettiti in piedi Anna. – La segretaria si mise in piedi e ondeggiò piacevolmente sul tacco dodici. Guardando da fuori, di lei, si sarebbero visti solo i piedi e la testa, il resto del corpo era protetto dal vetro opaco che proteggeva la privacy dei passeggeri. – Solleva la gonna. – Ordinò Giulio. Anna abbassò gli ...
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