L’atelier 2 - Racconti Erotici

L’atelier 2

... irrefrenabile di sfogami contro Giancarlo, di maledirlo perché mi ossessionava anche quando lo umiliavo.

Non era in casa, mio marito; di colpo, la sbronza mi passò del tutto e, per la prima volta, pensai seriamente che forse era andato a stare con l’altra; non a caso, notai che mancavano molte delle sue cose e che l’appartamento sembrava abbandonato da tempo; decisi di cercarlo in ogni modo e, come primo tentativo, lo chiamai al cellulare; con mia grande sorpresa, mi rispose subito.

Gli dissi che avevo urgente bisogno di parlargli, di fare chiarezza e di arrivare ad una determinazione, qualunque essa fosse, perché il terremoto mi aveva messo in ginocchio; forse mi aveva già lasciato e non mi era difficile capirlo, anche se lo era assai meno accettarlo; lo implorai che ci incontrassimo per un chiarimento; non era certamente un’ora per un dialogo; mi promise che l’indomani mattina sarebbe venuto a parlare con me; passai una notte di inferno tra sensi di colpa implacabili.

Arrivò che erano le dieci passate, io ero in cucina, al tavolo dove mi aspettava quando ancora voleva salvare il matrimonio.

“Buongiorno, volevi parlarmi?”

“Sì, ormai è chiaro che è il momento di essere sinceri e leali .”

“Mirella, bada che l’unica sleale sei stata tu; io ti ho sempre parlato col cuore in mano … “

“D’accordo, lascia stare le mie sregolatezze, parliamo soprattutto della nostra società, umana e commerciale.”

“Quella umana si è schiantata contro la tua trasgressione; sono ...

... stato sempre fedele, leale e sincero, ad un certo punto a te non è andato più bene e ti sei cercata altre divagazioni.”

“Non fare finta di non capire; hai sempre saputo che l’alcool mi giocava brutti scherzi; lo hai sopportato pazientemente sin da quando eravamo fidanzati; non capisco perché adesso ti pesa tanto … “

“Stammi a sentire per lo meno una volta. Se ti metti nella posizione di chi la vuole vinta ad ogni costo, ti porto in tribunale e ti faccio pagare cari tutti gli errori. Se invece pensi o speri che possiamo parlare col cuore in mano, allora il cuore mettilo sul tavolo e smetti con gli alibi imbecilli.”

“D’accordo, ho colpe imperdonabili ed ho fatto cose di cui si vergognerebbe anche lucifero; possiamo cercare rimedi invece che colpe?”

“Sono qui a sentire le tue ipotesi, se ne hai … “

“Vedi che sei tu a provocarmi? Sai benissimo, e lo so come te, che non sono capace di pensiero organizzativo, di creatività, di formulare ipotesi; perché non mi dici tu che cosa possiamo fare? E’ una vita che dipendo da te.”

“Ci sono troppe risposte che non hai voluto dare; ti avevo detto di parlare con un analista; hai voluto fare di testa tua; ho pazientato per anni, sono stato buono una volta e due; adesso vuoi che lo sia tre volte; sai bene che tre volte buono significa stupido; non sono uno stupido anche se tu lo pensi. Per quello che riguarda la situazione, per anni sei stata parassita della mia creatività e ti sei pavoneggiata dalla boutique come se fossi tu a ...