Il viaggio
Data: 16/04/2021,
Categorie:
Lesbo
Autore: Easytolove, Fonte: Annunci69
... un piccolo lavandino, a fianco di un fornelletto a due gas, un bagno striminzito a poppa, e una cabina doppia a prua.
Vedrai che staremo benone.
Invece sono preoccupata, durante tutto il viaggio per arrivare fino alla Girolata, le ho tenuto il muso, solo qualche risposta a monosillabi, ho finto interesse e distrazione solo per i panorami, per il vero davvero notevoli e mozzafiato, che la tortuosa strada ci stava regalando. Poi come niente fosse, mi ha raccontato per filo e per segno il resto della serata. Sei sparita e Jean Paul e Marie mi hanno invitata a cena da loro, nella roulotte dove dormono nel campeggio. L’abbiamo fatto in tre, come ai vecchi tempi, quando ci scopavamo i ragazzi delle nostre compagne di liceo, era una vita che non mi risuccedeva. Ti sei eclissata, pensavo non ti sentissi troppo bene e non ho saputo resistere alla tentazione. Lui è davvero un fuoriclasse, ha un cazzo meraviglioso, ci ha scopate tutte due all’infinito, e quando è crollato, con Marie ce la siamo leccata per tutta la notte.
Penso che è davvero una stronza, che lo ha fatto apposta per farmi ingelosire, per farmela pagare della scopata che mi sono fatta con il motociclista. Con questi pensieri che mi rimuginano in testa, Marisa scioglie gli ormeggi dopo aver avviato il piccolo motore, e lentamente ci allontaniamo dal pontile. Siamo in una grossa insenatura, e mano a mano che ci allontaniamo, una leggera brezza inizia ad alzarsi, Marisa dice che è una termica serale, apriamo le ...
... vele. Mette la prua al vento, e con rapidi e precisi movimenti, srotola prima la randa e poi il fiocco che si apre con un colpo secco. Spegne il motore e dopo una veloce regolazione, il barchino si piega su di un lato, prende il vento e inizia a scivolare leggero sulla superficie leggermente increspata del mare.
Mi risveglia l’odore acre del sesso consumato,con il sapore di secrezioni vaginali. Ho la bocca impastata, e quando apro gli occhi mi accorgo di avere una guancia appoggiata su di una coscia di Marisa, a dieci centimetri dalla sua passera. Realizzo che ci siamo entrambe ubriacate,abbiamo bevuto tutto il gin,e dopo una notte di sesso selvaggio e incontrollato, ci siamo addormentate con le bocche appiccicate alla passera, nell’ultimo infinito sessantanove.
I cinque giorni sono trascorsi rapidi, impegnativi ed esaltanti.
Durante la giornata Marisa scrutando il mare, dirigeva il cabinato al largo, verso quelle zone dove il vento ci avrebbe permesso di veleggiare, facevamo lunghi bordi a vela, durante i quali mi spiegava le cose da fare, le andature, come regolare le vele, tenere il timone e sentire il vento, scoprire quella sensibilità che con piccole correzioni fa correre la barca sempre più veloce. Poi la sera avevamo un paio di rade riparate dove gettavamo l’ancora, e passavamo la notte, per fortuna sempre quieta, un po’ in silenzio, ad ascoltare lo sciabordio dell’acqua contro lo scafo, oppure raccontandoci tutte le cose fatte negli anni di lontananza, i piccoli ...