1. Lo stipite del letto


    Data: 14/04/2021, Categorie: Etero Autore: RaccontiSparsi, Fonte: Annunci69

    ... e lo guardò un attimo. «Io adesso devo scappare, però mi farebbe piacere rivederti. Magari per un caffè?».
    
    «Perché no?» rispose Giovanni con tono convinto, anche se la risposta giusta sarebbe stata: “No, perché mi hai tradito e trattato come una pezza!”.
    
    «Per me va bene anche domani sera» decise allora la direttrice dei giochi.
    
    «Va bene! Vediamoci domani al bar della piazza, allora!» continuò lui nell'inconscio tentativo di avere una parte attiva nelle decisioni prese.
    
    «Ok!» Chiara rimise il telefono in borsa, «A domani, ciao!».
    
    «Ciao!» disse rigido.
    
    Chiara gli fece ancora un saluto con la mano e si incamminò.
    
    Giovanni la guardò allontanarsi sculettando e, per non restare di nuovo imbambolato a calcolare il moto di oscillazione delle sue curve, distolse rapidamente lo sguardo e si incamminò verso casa.
    
    Dopo cena Giovanni, mentre stava sdraiato sul divano facendosi rovinare la retina dalle immagini televisive, si ritrovò in impaziente attesa del domani. Senza volerlo si mise a ripensare ai momenti passati con quella ragazza, alle sue forme esuberanti, alle sue labbra carnose, e realizzò che nonostante quello che era successo tra loro la trovava ancora terribilmente attraente.
    
    Se Giovanni avesse avuto un maggiore controllo sul proprio io, avrebbe sicuramente notato che il cervello non fu la sola parte del suo corpo a realizzare quell'ultimo pensiero.
    
    Venne il giorno seguente e Giovanni era già in biblioteca quando ricevette il messaggio, - ...
    ... Va bene per le nove?
    
    Distolto dalle sue ricerche rispose, - Per me va bene, a dopo.
    
    Arrivò al bar qualche minuto prima dell'ora stabilita e si sedette a un tavolo vicino alla vetrata.
    
    Alle nove in punto Chiara varcò la soglia del locale.
    
    Giovanni era intento a guardare il telefono e non la vide passare di fronte alla vetrata, ma appena entrò la notò subito.
    
    Benché soltanto pochi secondi separassero la porta dal tavolo, un curioso, quanto conveniente, evento cosmico rallentò il tempo, trasformando i tre passi che Chiara fece per raggiungerlo in una sensuale sfilata, o per lo meno questa fu l'interpretazione che diede Giovanni dopo che il suo sguardo ebbe risalito le gambe scoperte e affusolate di lei per passare poi sul vestito nero corto che la fasciava fino a metà coscia e spariva, all'altezza dei fianchi, sotto una giacchetta leggera. Più arduo fu per lui superare la curva dei seni che gonfiavano il soprabito e, superato questo punto, fu una passeggiata scavalcare il lucidalabbra e arrivare finalmente a guardarla in quegli azzurri occhi da cerbiatta appena truccati.
    
    Un'altra, e più probabile, spiegazione è che il diminuito afflusso di sangue al cervello, alla vista di Chiara, rallentò i processi mentali e percettivi di Giovanni, dandogli così l'impressione che il tempo rallentasse.
    
    Nel mentre che tutto questo accadde Chiara si avvicinò al tavolo con un sorriso, «Ciao Giò!» e si sedette di fronte a lui.
    
    “Giò” rientrò nel flusso del tempo, «Ciao ...
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