1. La bella estate


    Data: 10/04/2021, Categorie: Prime Esperienze Autore: Easytolove, Fonte: Annunci69

    ... alla tettoia.
    
    Restavano in spiaggia fino a metà mattina, per poi sparire, si allontanavano con l’auto che guidava questa donna, su cui ormai non avevo dubbi, fosse la compagna, oppure qualche fidanzata di Caterina.
    
    Erano molto strane, lei sembrava essere indefinita, mutava fisionomie e fisicità a secondo di come venisse osservata, in penombra pareva una mulatta, al sole la sua pelle si schiariva, diventava lucida, persino i lineamenti del viso sembravano cambiare.
    
    A volte correva sul bagnasciuga, partiva quando il sole ancora non bruciava troppo, con il solo costumino a perizoma, aveva pochissimo seno, vista da lontano poteva sembrare benissimo un uomo, con quei capelli neri, a spazzola, rasati sulla nuca.
    
    Tornava dopo un ora, Caterina la attendeva senza mai smettere di scrivere, seduta al riparo dell’ombrellone. Poi entrambe entravano in acqua, cosa che lei mai aveva fatto prima, si allontanavano per un poco, e poi restavano ferme con le sole teste in vista vicine, Arturo con il binocolo le spiava, e mi disse, che lo facevano lì dentro l’acqua, non aveva dubbi in proposito.
    
    Una mattina decisi che mi sarei dimenticata di Caterina, in qualche modo sentivo di dover fare qualcosa, per sfuggire da quel pensiero ossessivo, mi caddero gli occhi su Fulvio, il giovane aiutante di Arturo.
    
    Forse un paio di anni più grande, avevo notato la sua estrema timidezza, quando Arturo lo mandava a rifornirsi di acqua fresca, o a prendere lo spuntino di mezzogiorno che gli ...
    ... veniva preparato, teneva sempre lo sguardo basso, percepivo la sua voglia di frugarmi sotto al grembiulino, iniziai volontariamente a provocarlo, la mia verginità iniziava a diventare un peso, tutte le mie amiche lo avevano già fatto, Fulvio mi piaceva, sembrava avere anche da quello che si poteva intravedere, i giusti argomenti sotto allo striminzito costume.
    
    Fu in uno di quei pomeriggi, in quelle poche ore in cui, mentre la brezza di mare agitava le frange degli ombrelloni, lo attirai con una scusa nell’anfratto dietro al bar, dove si ammassavano le casse con le bibite, i lettini di scorta, un frigorifero fuori uso, nell’attesa di essere rottamato.
    
    La sua voglia malcelata dalla timidezza, fuoriuscì tutta, lo compresi mentre mi sbottonava il grembiule colorato, per la prima volta avevo lasciato scorrere il tempo in avanti, senza pensare, cancellando le paure,
    
    ascoltando soltanto quello che la mia natura più nascosta avesse bisogno.
    
    Fu dolcissimo, come d’altronde la sua timidezza, lasciava trasparire.
    
    Mi entrò dentro lentamente, gli tenevo il capo stretto tra le mani, con il sedere appoggiato sul coperchio del frigorifero rotto, il grembiule sbottonato, le piccole gocce di sudore sotto ai seni che osservavo colare,
    
    avvicinarsi ai suoi muscoli addominali tesi, il suo ritmo che lentamente aumentava, l’esplosione dentro alle viscere che improvvisa mi tolse le forze, il suo rantolare, dopo che improvvisamente scappò fuori , mentre uno schizzo caldo, mi bagnava la ...
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