La bella estate
Data: 10/04/2021,
Categorie:
Prime Esperienze
Autore: Easytolove, Fonte: Annunci69
Era uno degli ultimi anni felici e spensierati della vita,quelli in cui si transita dall’adolescenza all’età adulta.
Il mio corpo era sbocciato come un fiore,con le forme di una donna provocante, due seni grossi e duri come meloni, un folto ciuffo di peli neri tra le cosce, il ventre piatto e muscoloso, mi accorgevo di questa mia trasformazione, dagli sguardi pesanti e vogliosi degli uomini, dalle loro battute, le allusioni, gli inviti velati, a bere una bibita insieme, l’offerta di un gelato.
Nei mesi estivi, aiutavo una mia zia nella conduzione di un bagno sulla spiaggia, uno di quelli grandi e chiassosi, soprattutto nei giorni festivi, pieni di ragazzini che correvano dietro ad un pallone, mariti annoiati, mogli spettegolanti, che facevano dei piccoli crocchi di tre o quattro, sempre pronte ad indagare
su quelle che potenzialmente si sarebbero fatte il bagnino, prima della fine della vacanza.
Soltanto lui, lo avrebbe saputo, e da quello che si raccontava, ben poche sarebbero rimaste insensibili alle sue premure.
Quello sarebbe stato l’ultimo anno che trascorrevo su quella spiaggia, già lo sapevo, in autunno avrei compiuto diciotto anni, poi terminato il liceo, mi sarei trasferita in una città del nord, dove mi attendevano gli studi universitari.
Iniziai il mio lavoro, nei primi giorni di giugno, il bagno era tranquillo soprattutto nei giorni lavorativi, poche mamme con i bambini piccoli, qualche coppia di pensionati, un paio di famigliole tedesche, di ...
... quelli che fanno le vacanze anticipate.
Mi occupavo del bar sulla spiaggia, una costruzione di legno, con una grande veranda ombreggiata, piena di piccoli tavolini, dove i bagnanti consumavano le bevande, oppure pasti freddi e veloci, durante la pausa dal sole di mezza giornata,.
Arturo ogni tanto veniva a darmi fastidio, ci conoscevamo da sempre, scherzavamo, mi indicava le mamme e mi diceva piano in un orecchio,”la vedi quella, prima della fine della settimana me la scopo”.
Ridevamo, anche se, non potevo fare a meno di notare di come, il suo sguardo indugiasse un po’ troppo sulle mie grosse tette, che straboccavano dal leggero grembiulino colorato, che usavo come copricostume.
Il sole lo prendevo in quelle due o tre ore del primo pomeriggio, quando molti si addormentavano, gli anziani si recavano nelle pensioni dove alloggiavano, e i bambini venivano messi a dormire.
Era quelle le ore in cui Arturo , come diceva lui, “colpiva” le mamme.
Lasciava il controllo dei bagnanti al suo giovane aiutante, e le dirottava in una specie di alcova che si era ricavato in un magazzino, nascosta e defilata.
Lo sapevo perché avevo spiato i movimenti, e un paio di volte ero anche riuscita ad assistere nascosta e non vista, alle arti amatorie di Arturo, con la mamma di turno intenta a godere le sue indubbie capacità, e notevoli prestazioni.
Fu durante una di quelle brevi pause, mi ero tolta il grembiulino e anche il pezzo di sopra del costume, mettevo un lettino in una ...